"Fedriga aveva dichiarato di non volere più centri migranti in regione"
L'ipotesi di un nuovo centro per persone migranti in Friuli Venezia Giulia spacca la politica e la società civile. Alcuni chiedono il ripristino dell'accoglienza diffusa
Come era ovvio aspettarsi, il caso dell'hotpsot per persone migranti a Jalmicco ha sollevato un grande polverone sia politico che all'interno della società civile, in particolar modo tra la popolazione di residenti, scesi in piazza per dire un secco "no" all'ipotesi che il centro si faccia nella piccola frazione palmarina. In seno al consiglio regionale sono le opposizioni a sollevare le critiche rispetto alla condotta della giunta, premendo su due fronti: la supposta incoerenza del presidente della Regione Massimiliano Fedriga e l'opzione accoglienza diffusa.
Ipotesi hotspot a Jalmicco
"L'attuale presidente della Regione ha cambiato completamente idea sull'utilità degli hotspot. Il 25 febbraio 2016, quando Fedriga era capogruppo alla Camera della Lega Nord, scriveva sul suo profilo Facebook: "Il ministro Alfano dice di fare gli hotspot in Italia, ovvero mega centri di migliaia di clandestini. Può darci l'indirizzo di casa sua per costruirne uno?". Fare opposizione è cosa ben diversa che governare giorno dopo giorno i problemi di una comunità regionale e/o comunale, ma un cambiamento così su un tema tanto importante va fatto notare e approfondito". Lo scrive, in una nota, il consigliere del Partito democratico, Francesco Martines. "Se allora era contro gli hotspot penso ci sia ancora qualche speranza che Fedriga cambi idea sul sistema di accoglienza che ha imposto appena arrivato alla guida della Regione nel 2018". Il sistema dell'accoglienza diffusa, aggiunge, "costava appena 600mila euro l'anno, tanto bastava per finanziare i Comuni che avevano accettato di farsi carico di un numero di migranti in un giusto rapporto con gli abitanti (un migrante ogni 200/250 abitanti; a Jalmicco vorrebbe dire due migranti al massimo, non 500)", continua il dem. "Appena eletto Fedriga ha smantellato quel sistema - prosegue il consigliere del Pd - dicendo che avrebbe creato 5 centri in Fvg, cosa che non è stata fatta per tutto il precedente mandato e ora, a pochi mesi dalla sua rielezione, accetta di creare un unico hotspot regionale in un piccolissimo paese di una città Unesco". Martines poi rilancia quanto fatto in Veneto dove, a governare, c'è un presidente dello stesso "colore" politico di Fedriga. "Che il nostro presidente segua l'esempio che sta dando in Veneto Luca Zaia, il quale ha ammesso di voler tornare indietro e di voler nuovamente valorizzare il sistema dell'accoglienza diffusa, in accordo con Anci". Alla decisione di Zaia, conclude il rappresentante dem, "si è aggiunta in maniera sorprendente in questi giorni la posizione di FdI a livello regionale sulla necessità di tornare al sistema dell'accoglienza diffusa. Si abbia quindi il coraggio e la forza di ammettere che la gestione dei migranti con la concertazione in pochi siti con grandi quantità di persone è chiaramente fallita", chiude Martines, il cui pensiero è ricalcato dai 5Stelle. che "ribadiscono la soluzione dell'accoglienza diffusa in regione, sottolineando che il problema dei richiedenti asilo andrebbe gestito a livello europeo. Fino a oggi la politica della Regione in materia si è evidenziata come fallimentare e decisamente problematica, come le fototrappole di Roberti, mentre imbarazza il silenzio di Fedriga, a oggi, su questo tema, mentre il suo vicino di regione e partito, Zaia, è favorevole alla accoglienza diffusa in Veneto".
Patto per l'Autonomia - Civica Fvg
"La tematica è complessa e proprio per questo va affrontata con razionalità, trasparenza e ragionevolezza", dichiara Enrico Bullian, consigliere regionale del Patto per l'Autonomia - Civica Fvg. "Il dato di partenza è che ci sono stranieri richiedenti asilo politico che chiedono di beneficiare di un diritto costituzionalmente garantito, secondo cui lo straniero al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge". E dunque, continua Bullian, "spetta alle commissioni statali verificare l'ammissibilità della richiesta e certificare lo status di rifugiato e, attraverso le leggi ordinarie, va impostato il modello di accoglienza più confacente alla situazione". Verificata negli anni "l'insostenibilità dei grandi centri di accoglienza, con le note problematiche di strutture come quelle di Gradisca d'Isonzo e della Cavarzerani di Udine, riteniamo errato procedere con una struttura simile da proporre nelle vecchie caserme di Jalmicco, a Palmanova, perché si otterranno risultati altrettanto deludenti, peraltro ricadenti su una frazione di qualche centinaio di persone e su un'area in stato fatiscente". Il consigliere del Patto-Civica Fvg ritiene che "sarebbe dunque doveroso e auspicabile che le Istituzioni riuscissero a impostare un lavoro in rete per creare una vera di rete di strutture di medio-piccole dimensioni che possano facilitare percorsi di inclusione dei richiedenti asilo, in collaborazione con le comunità ospitanti. I gruppi appartamento avrebbero un impatto decisamente meno significativo e - al contrario di quanto affermano alcuni esponenti di destra - si tradurrebbe in un migliore percorso di accompagnamento e non significherebbe nessuna assenza di "controllo", peraltro esercitato su persone che non hanno commesso reati".
La maggioranza
"Il Friuli Venezia Giulia continua a pagare un caro prezzo legato, in particolare, agli arrivi dalla cosiddetta rotta balcanica. Noi diciamo no al sistema dell'accoglienza diffusa sul nostro territorio, un'esperienza fallimentare che ha già creato tanti problemi e alla quale continueremo a opporci. Ora è indispensabile gestire questo fenomeno con la massima attenzione e chiediamo pertanto agli organi preposti di proporre le soluzioni meno impattanti e, soprattutto, di consentire una rapida redistribuzione dei migranti in altre regioni", afferma in una nota il capogruppo della Lega nel Consiglio regionale Fvg, Antonio Calligaris. "Rimandiamo al mittente - continua l'esponente del Carroccio - ogni polemica strumentale, fatta proprio da chi ha gestito l'accoglienza in modo fallimentare per tanti anni", conclude.