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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Fedriga: «Il Tribunale discrimina gli italiani» e l'opposizione ribatte: «un freno all'ideologia xenofoba di chi governa questa regione»

Le reazioni della politica dopo l’ordinanza con cui il Tribunale di Udine decreta l’illegittimità delle norme regionali in materia di sostegno agli affitti

Da una parte una giunta regionale determinata a proseguire nel suo intento, dall'altra una sentenza del Tribunale che dichiara incostituzionale l'intento stesso: la decisione di condannare la Regione Fvg per discriminazione verso gli stranieri con il nuovo regolamento sugli affitti, non è stata accolta di buon grado dal presidente Massimiliano Fedriga.

«Prendiamo atto con rammarico della decisione presa dal Tribunale di Udine. In questo modo si crea una discriminazione verso i cittadini italiani e in particolare verso quelli del Friuli Venezia Giulia», commenta Fedriga l'ordinanza del Tribunale di Udine che impone alla Regione la modifica al Regolamento per il sostegno al contributo economico degli affitti.

«Qui le autorità competenti sono in grado di verificare il contenuto di una autocertificazione in merito alle proprietà di un cittadino italiano. Lo stesso invece non può essere fatto nel caso di persone provenienti da alcuni Paesi. In Friuli Venezia Giulia non viene fatto nulla di straordinario - aggiunge -. Chiediamo solamente che queste persone certifichino di non possedere una determinata proprietà. Non vi è nulla di discriminatorio in tutto questo».

"Discriminazione verso gli italiani"

«Al contrario - sottolinea Fedriga - riteniamo che la decisione del Tribunale di Udine sia fortemente discriminatoria nei confronti dei cittadini italiani che di fatto fanno una autocertificazione verificabile, a differenza di chi è chiamato a produrre una autocertificazione non verificabile». Per questo la Regione Fvg pensa a una contromossa. «Ora stiamo valutando se ci sono i margini per opporci a questa ordinanza - annuncia il governatore -. Comunque non demordiamo e troveremo altri strumenti per non tornare indietro. Prima di questa Amministrazione i cittadini arrivati da poco tempo in Friuli Venezia Giulia e provenienti da Paesi lontani si trovavano sempre nei primi posti nelle graduatorie sul lavoro, come in quelle per le abitazioni Ater e per i contributi. Nessuno vuole discriminare queste persone però riteniamo ci debba essere un principio di priorità che - conclude Fedriga - tenga nella giusta considerazione chi adesso si trova in uno stato di difficoltà ma che per tanti anni, pagando le tasse in Italia, ha contribuito a far crescere il proprio territorio». 

Le reazioni della minoranza

Se per Fedriga l'ordinana del Tribunale arriva come uno schiaffo in faccia, c'è chi - sempre in seno al consiglio regionale - esulta per la decisione. «Con soddisfazione apprendiamo che il Tribunale di Udine ha bocciato la norma che prevedeva l'obbligo di presentazione di documenti ulteriori a quelli richiesti ai cittadini comunitari ai cittadini  stranieri che vivono e lavorano in Friuli e fanno richiesta di contributo per gli affitti»: ha dichiarato Furio Honsell di Open Sinistra FVG. «Sia per quanto riguarda questa norma sui contributi affitti che per quella relativa alle case ATER abbiamo più volte argomentato in Consiglio regionale che erano norme discriminatorie, ingiuste e dannose per la coesione sociale. Abbiamo dato voto contrario quando sono state proposte. Purtroppo ciò è stato inutile e la Giunta Fedriga le ha fatte approvare senza ripensamenti. Plaudiamo alla Giustizia che mette finalmente un freno all'ideologia xenofoba di chi governa questa regione».

Anche il consigliere dem Diego Moretti si schiera con la decisione del Tribunale. «L'ordinanza emessa oggi dal tribunale di Udine conferma la valutazione che avevamo dato a suo tempo sulla norma regionale, ideologica e discriminatoria». Lo afferma il capogruppo del Pd, Diego Moretti. «L’avevamo detto allora che quel regolamento era discriminatorio e anticostituzionale e avrebbe prodotto contenziosi legali» continua Moretti. «C’è voluto un pronunciamento di un giudice perché fosse evidente l’errore prodotto. Ora si modifichi questo regolamento e quello sulla concessione degli alloggi Ater, in modo da evitare ulteriori contenziosi legali, con relativi costi per i contribuenti, oltre alla pessima figura».

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