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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Centro / Viale Europa Unita

Borgo Stazione, raccolte 1.300 firme: «Chiediamo più sicurezza»

A parlare è Gary Di Qual, del "Comitato spontaneo per la salvaguardia e la sicurezza di Borgo Stazione". «Il Comune non ci veda come nemici, ma come cittadini che vogliono aiutare a migliorare la situazione»

Raccolte quasi 1300 firme negli ultimi due mesi nella zona della stazione ferroviaria. Il motivo lo spiega il referente del “Comitato spontaneo per la sicurezza del borgo” Gary Di Qual. «Chiediamo più sicurezza nella zona di Borgo Stazione. Come fare? Ci vogliono una maggiore video sorveglianza, un sistema di illuminazione più potente, un presidio fisso interforze e una manutenzione del verde pubblico costante, in modo tale che le siepi non vengano usate per nascondere stupefacenti o prostituirsi». Di Qual ci tiene a precisare che lo scopo del Comitato è «dare proposte e individuare le problematiche aiutando il Comune. Non vogliamo che l’amministrazione ci veda come un nemico, vogliamo solo aiutare a migliorare la situazione. Alla fine dell’estate, vedendo la situazione in cui versava il quartiere e su sollecitazione di alcuni residenti, siam partiti con la raccolta».

LA CONSEGNA DELLE FIRME. Delle 1300 firme raccolte - per la precisione sono 1288 - 1100 sono di residenti in città. Le altre appartengono a persone che gravitano per lavoro nei paraggi. Lunedì 9 gennaio il plico verrà consegnato al sindaco alle 9.30. 

PROBLEMI MAGGIORI. Per il rappresentante del Comitato le criticità sono evidenti: «Il forte degrado, il bivacco dei profughi ospitati alla “Cavarzerani” che durante la giornata stazionano in zona, lo spaccio di droga - diverse le segnalzioni effettuate alle forze dell’ordine - .»

Il Comitato WhatsApp Image 2017-01-05 at 10.50.49-2NON VOGLIONO STARE A UDINE. Sul tema dei profughi - elemento cardine delle lamentele - è intervenuta anche Maria Bruna Pustetto: «Sono andata a parlare con i migranti che bivaccano qui in giro. Molti di loro non parlano in italiano e non vogliono nemmeno stare a Udine. Non lo reputano un luogo dove stare. Sono di passaggio e sono arrabbiati per le lungaggini burocratiche italiane. Non vogliono integrarsi. Sperano di andare in Germania e Francia quanto prima».

EVITARE GHETTI. Mario Fabrici, architetto, sempre riguardo alla massiccia presenza di stranieri teme situazioni analoghe a quelle francesi: «Ho vissuto diverso tempo a Parigi e conosco queste dinamiche. Dobbiamo evitare succeda quello avvenuto nella capitale francese con le ghettizzazioni e la suddivisione in zone. Dobbiamo evitare - dice - che succeda che le seconde generazioni di immigrati possano sfociare nel terrorismo come successo in questi ultimi due anni oltralpe».

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