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Cronaca Centro / Piazza Girolamo Venerio

La Questura risponde a Salmé: "Sì al Family day ma in piazza Venerio"

Arrivate ad un mese di distanza le prescrizioni del Questore alla manifestazione promossa dalla Lista Civica Io amo Udine e da Fiamma Nazionale in risposta al Fvg Pride. Stefano Salmè: "Dittatura delle minoranze. Family day boicottato, sfido chiunque ad organizzare un evento in questo modo". Prosegue l'idea di un flash mob in piazza San Giacomo

Come anticipato ieri da UdineToday, il Family Day intitolato "Festa della Famiglia Naturale"  alla fine dovrebbe a tutti gli effetti saltare. Questo a causa del ritardo della Questura a dare il proprio assenso alla manifestazione che avrebbe dovuto svolgersi, secondo la volontà degli organizzatori, in piazza Duomo.  L'autorizzazione con le prescrizioni e il cambio di sede (piazza Venerio anzichè il luogo prescelto) è giunto infatti solamente oggi (il documento è datato martedì 7 maggio come si può notare nell'immagine in basso), mentre la richiesta era stata protocollata un mese fa, l' otto maggio, a 30 o 31 giorni fa (la cifra varia se si considera come punto di riferimento la data posta sul documento o a quella della consegna) .  

"Sono passati 31 giorni dalla domanda, ma la Questura afferma che in realtà sono 29, in quanto la risposta era pronta già nella giornata di lunedì" ci spiega Stefano Salmè, segretario di Fiamma Nazionale. "Sfidiamo chiunque - prosegue - a dimostrare che la nostra festa non sia stata platealmente boicottata. Sfidiamo i nostri avversari politici e dell'informazione faziosa a dimostrare di poter pubblicizzare un qualsiasi evento (con la stampa dei volantini, delle locandine e dei manifesti) senza avere certezze sul luogo della manifestazione. Questo argomento è talmente vero da essere provato dal fatto che nelle prescrizioni di oggi ci è stata negata la presenza in piazza Duomo per presunte ragioni di ordine pubblico, ovvero la celebrazione di un matrimonio in Duomo. Sfidiamo i nostri avversari politici e dell'informazione faziosa a dimostrare di poter organizzare la coreografia di una festa (magliette, gadget, palloncini colorati) in 3 giorni (o 5 giorni secondo la versione della questura). Sfidiamo i nostri avversari politici e dell'informazione faziosa a dimostrare che delle famiglie con bambini avrebbero potuto rappresentare un qualsivoglia problema di ordine pubblico in piazza Duomo per la concomitanza di un matrimonio religioso."

" La realtà  - aggiunge il futuro candidato sindaco di Udine - è che anche la decisione di negarci piazza Duomo nasce dal tentativo di boicottare il nostro evento impedendoci di entrare in comunione con l'elemento simbolico rappresentato proprio dal Duomo, in quanto simbolo di una Chiesa che in duemila anni ha sempre difeso il diritto naturale. L’alternativa che ci viene imposta è Piazza Venerio, lato Chiesa di San Francesco, con il tassativo divieto di impegnare le via Savorgnana, Largo Ospedale Vecchio, via Morpurgo e via Stringher. Insomma un ghetto, che fa a pugni con la libertà del corteo del Gay Pride che da via Leopardi percorrerà tutto il centro storico per arrivare fino sul piazzale del Castello ed essere accolto in pompa magna. Accettare questa ingiustizia significherebbe svolgere una festa della famiglia naturale azzoppata. Proporrò agli altri organizzatori Domenico Di Sarno, responsabile della lista civica Io amo Udine, Ernesto Pezzetta, segretario provinciale del Movimento Nazionale, Gianfranco Amato, segretario nazionale del Popolo della Famiglia ed Eleonora Cassella, responsabile friulana di Generazione Identitaria, di annullare la manifestazione e di svolgere un flash mob silenzioso davanti alla chiesa di piazza San Giacomo che dia l'idea del bavaglio politico ed informativo cui siamo stati sottoposti"

Venerdì mattina, alle ore 11.30, presso la pasticceria Carli-Folegotto, in via Vittorio Veneto 36, si terrà una conferenza stampa, con la presenza del segretario nazionale del Popolo della Famiglia, l'avv. Gianfranco Amato, dove verrà annunciata la decisione.

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