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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Casa Cavazzini punta alle 60 mila presenze con quattro nuove opere

I quadri andranno a sostituire le sei opere che torneranno in Russia lunedì mattina. I musei e le gallerie proprietari non hanno accettato di prolungare il prestito per la mostra "La Forma dell'Infinito" che, invece, chiuderà al 10 aprile

Alla mostra “La Forma dell'Infinito” di Casa Cavazzini sono state contate già 50 mila prenotazioni dall'apertura alla data in cui avrebbe dovuto chiudere, domenica prossima 27 marzo. La mostra proseguirà ancora per altre due settimane fino al 10 aprile e l'assessore ai Grandi Eventi Maurizio Franz si è dimostrato ottimista sulla possibilità di arrivare alle 60 mila presenze. Nonostante alcuni dei capolavori che si sono fatti ammirare in questi mesi verranno restituiti ai legittimi proprietari all'inizio della prossima settimana. Si tratta di sei opere di proprietà di musei o gallerie di Mosca che, a pochi giorni dallo scoppio della guerra in Ucraina, ne avevano chiesto l'immediata restituzione. Con un sapiente lavoro di diplomazia don Alessio Geretti è riuscito a convincere i funzionari russi a rispettare quanto meno gli impegni presi. Nulla da fare invece per il prolungamento dei prestiti che invece gli altri musei, enti e privati hanno concesso senza problemi. 

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Ma con un colpo da maestro Don Geretti curatore della mostra ha presentato quattro opere che andranno a sostituire le sei in partenza. Lasciando così solo due “buchi” alle pareti di questa mostra che sta raccogliendo molti consensi trasversali.

I quadri in partenza e quelli in arrivo

I capolavori in partenza sono sei. Torna al Museo di Mosca, Riserva Abramtsevo “La visione del giovane Bartolomeo” di Mikhail Nesterov. Alla Galleria Tret’jakov di Mosca vanno restituiti “Un prigioniero nella sua cella” del pittore ucraino Nikolay Yaroshenko e “Mosca I, la Piazza Rossa” di Vasilij Kandinskij. Infine, al Museo di Stato delle Arti Orientali sempre di Mosca i tre quadri di Nikolaj Roerich: “Il comando del maestro (precetto del saggio)”, “Colei che guida” e “Zarathustra”. In sostituzione verrà esposta un’opera di Vasilij Kandinskij dal titolo “Improvvisazione V” e tre opere di Matisse, da collezione privata, selezionate tra le venti tavole che compongono il libro Jazz, volume pubblicato nel 1947 per l’editore parigino Tériade.

Le opere di Matisse

Queste opere sono state realizzate nella Parigi del 1942 occupata dall’esercito del Terzo Reich, quando “Henri Matisse si ritrova bloccato a letto da una grave malattia e da un’operazione seguita da una lunga convalescenza” - ci racconta Don Alessio Geretti“Sua moglie, sua figlia e suo genero sono stati arrestati e suo figlio alla Resistenza. Tutta questa situazione gli procurava un’ansia non trascurabile. Non sapeva cosa sarebbe successo, e invece di abbandonarsi alla disperazione, l'artista prende in mano le forbici e si dedica al procedimento della gouache découpeés, ricavando forme dalla carta che precedentemente una monaca aveva dipinto a tempera con colori vivissimi e cercando poi gli accostamenti di linee e di tonalità che risuonassero al meglio”. I nuovi quadri proposti da don Geretti da un lato mantengono il senso del percorso artistico della mostra con il suo itinerario introspettivo verso la ricerca dell’infinito attraverso le opere e il loro significato.

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Dall’altro lato possiamo trovare nei quadri di Matisse un messaggio attuale che sembra parlare sulla questione dell’invasione russa, “queste opere sono un inno al coraggio e all’indomabile fierezza dell’arte. Ci raccontano come l’artista ci sproni a resistere alla follia della guerra come fanno i trapezisti quando sfidano la forza di gravità" -ci dice Don Geretti - "Un atto di resistenza: un messaggio in questo momento di impressionante follia che dice come l’arte possa aiutarci a trovare la forma dell’infinito”. E Don Geretti sta meditando di far arrivare un messaggio anche ai funzionari dei musei moscoviti: “non escludo di rimandare indietro le opere russe avvolte in fogli di giornale con foto e notizie recenti di quanto sta realmente accadendo in Ucraina perché non è così scontato che anche a Mosca lo sappiano”.

Udine Grandi Eventi

L’assessore Franz è pienamente soddisfatto dei risultati ottenuti da “questa prima edizione delle grandi mostre di Casa Cavazzini. Un progetto di ampio respiro che, nonostante le difficoltà determinate dalla pandemia, ha trovato ottimi riscontri in termini di pubblico e di risultati per gli operatori economici della città di Udine”. E ha aggiunto “anche le politiche di marketing, come i prezzi competitivi dei biglietti di ingresso pensati proprio per attirare famiglie e giovani, e la pubblicità che abbiamo fatto in questi mesi, hanno portato i loro frutti. Adesso concentreremo tutti i nostri sforzi in queste ultime due settimane consapevoli che ka strada intrapresa è quella giusta”. Ed ha concluso l’assessore comunale alla Cultura Fabrizio Cigolot: “Abbiamo vinto la nostra sfida. Adesso Udine è tra le sedi culturali più importanti a livello nazionale”.

Le nuove opere esposte nella mostra "La Forma dell'Infinito" a Casa Cavazzini

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