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Addio alla Casa dello studente: "Decisione presa senza pensare agli universitari"

I e le rappresentanti dell'Unione degli universitari di Udine vogliono essere coinvolti nelle decisioni che la Regione e il Comune di Udine stanno prendendo rispetto all'edificio di viale Ungheria

Quella della Casa dello studente di Udine è una situazione destinata a far discutere. Dopo le dichiarazioni dell'assessora regionale all'Istruzione Alessia Rosolen, che ha di fatto confermato che "la Regione sta valutando anche eventuali progetti alternativi", i primi a sollevare perplessità e preoccupazioni sono proprio gli studenti e le studentesse udinesi, che rischiano di non avere più alloggi in centro città.

La protesta

Secondo Francesca Corte, consigliera di Uniud per Udu Udine, “dalle dichiarazioni pervenute dalla Regione, si evincono dei ragionamenti e dei dati che fino ad oggi non erano stati comunicati chiaramente né condivisi integralmente con tutti i soggetti interessati, ma anzi, dopo tanti anni in cui come studenti chiediamo risposte concrete". La rappresentante degli universitari denuncia poi una carenza comunicativa. "Le informazioni appaiono sempre più discordanti tanto sui numeri dei posti alloggio, quanto sugli investimenti e gli stabili da riconvertire a residenza universitaria. Il nostro gruppo ha quindi presentato una mozione, accolta dal Consiglio degli studenti e presentata all’Università, che mira ad aprire ai soggetti interessati il tavolo di discussione”. Sostanzialmente, studenti e studentesse chiedono che ci sia un confronto su quello che sarà il destino di una struttura che per anni è stata il centro della socialità universitaria udinese. "Agli studenti dell’università di Udine serve una residenza idonea e in centro città, che sia baricentrica rispetto ai poli umanistico ed economico-giuridico e alle sedi distaccate di altri dipartimenti; prima di valutare opzioni alternative a viale Ungheria, studentato storico della nostra università, riteniamo imprescindibile passare attraverso una valutazione condivisa del rapporto costi-benefici di ciascuna proposta sul tavolo e, solo successivamente, riteniamo opportuno concordare - con tutte le parti – una diversa soluzione”, dichiara Ambra Canciani, coordinatrice dell’Unione degli universitari di Udine. Per gli universitari, il loro mancato coinvolgimento nella discussione in merito al destino della Casa dello studente è un punto fondamentale del dibattito. "Ci rammarica che in sede regionale ci sia stato risposto che il nostro coinvolgimento non sia necessario e speriamo che questa posizione possa essere rivalutata", dichiara la rappresentante nell’ente regionale di Udu, Doriana Armenise. "Non si può ignorare che le importanti decisioni che deriveranno dalle scelte in questione incideranno sulle tasche della comunità studentesca, sull'attrattività dell’ateneo friulano e sulla cittadinanza tutta", conclude Armenise. 

In Comune

Anche in seno al consiglio comunale di Udine c'è chi chiede spiegazioni. "È inaccettabile che Regione e Comune passino sopra la testa degli studenti, cioè sopra la testa di coloro che sono i principali titolati ad esprimere il proprio parere su una decisione come questa. Dopo cinque anni di assenza di risposte, la “soluzione” trovata da Regione e Comune di Udine per risolvere il problema della casa dello studente di viale Ungheria penalizza ed impoverisce la città, privandola di un servizio attrattivo e adeguato in quanto a numeri e a posizione, in particolare per gli studenti dei poli economico-giuridico, umanistico e medico di viale Ungheria", tuona il consigliere di Progetto Innovare Federico Pirone. "Il sindaco Fontanini non giochi al ribasso sui diritti degli studenti e non scappi di fronte alla giusta richiesta di un tavolo di confronto, come proposto dall’Udu: se la sede di viale Ungheria non è più usufruibile, lo spieghi in Consiglio comunale e si attivi per una decisione alternativa che sia adeguata e condivisa con gli studenti", conclude.

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