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Mega acciaieria a San Giorgio / San Giorgio di Nogaro

Mega acciaieria a San Giorgio di Nogaro: il progetto "che non c'è", ma di cui tutti parlano

Nel 2022 l'idea di realizzare un nuovo impianto per la produzione di lamiere con acciaieria integrata si sposta da Muggia a San Giorgio di Nogaro. L'assessore alle Attività produttive Sergio Emidio Bini ne parla in toni entusiastici a ogni incontro, evitando però di rispondere direttamente ai dubbi che emergono in consiglio regionale

Abbiamo scritto qualche giorno fa di come l'interesse per la realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di lamiere con acciaieria integrata, inizialmente previsto a Muggia, si sia spostato verso l'area dell'Aussa Corno. Proviamo a ricostruire cosa è successo tra l'inizio e l'autunno del 2022, quando si è smesso di parlare di Muggia, si è iniziato a prendere come riferimento San Giorgio di Nogaro.

Lavori in corso

Con una nota datata 2 febbraio 2022, il capogruppo del Pd nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Diego Moretti, incalza il Coseveg, Consorzio di sviluppo economico della Venezia Giulia, per capire cosa stia accadendo a Muggia. "A fronte delle prime perplessità sull'ipotesi del nuovo laminatoio nella cartiera di Duino, espresse dallo stesso Comune, sarebbe importante che il Coseveg non resti in silenzio, come accaduto in passato su altre partite importanti", si legge. Il riferimento è alla notizia relativa all'ipotesi di acquisizione dello stabilimento Burgo di Duino da parte della cordata Metinvest-Danieli per la sua conversione alla metallurgia. "Senza conoscere i dettagli della questione, ma dopo aver letto le notizie di stampa, sorge una legittima domanda: il Consorzio non ha nulla da dire in merito a possibili aree di insediamento per un impianto del genere?". Una risposta non viene fornita, ma nel maggio 2022 la Regione Fvg rende noto di aver fissato le direttive per il neo commissario dell'Ufficio speciale istituito per garantire "un più sollecito completamento della realizzazione dell'approfondimento dei fondali del porto di Monfalcone e dei dragaggi dei fondali delle aree portuali di San Giorgio di Nogaro e di Marano". Come mettere un cartello di "lavori in corso" nelle aree portuali, per una spese di 77.642 euro annui. A tanto ammonta la quota del compenso per il Commissario che, attraverso le direttive, dovrà regolare i rapporti con il Consorzio di sviluppo economico della Venezia Giulia e il Consorzio di bonifica pianura friulana (Cbpf). L'Ufficio si occuperà in particolare "dei fondali di Monfalcone e dei dragaggi nelle aree portuali di San Giorgio di Nogaro e di Marano Lagunare. L'attività del Commissario straordinario dovrà attivare in tempi celeri l'iter tecnico e amministrativo e utilizzare le procedure di appalto più celeri in continuo confronto con le Direzioni centrali della Regione", specifica una nota regionale datata 28 maggio 2022.

Benedetti

È di qualche settimana prima un'intervista alla Rai regionale del presiedente di Danieli, Gianpietro Benedetti, dove l'industriale dichiara, in riferimento all'ucraina Metinvest, proprietaria della acciaierie di Mariupol: "Stanno esaminando i luoghi dove risorgere. Hanno preso in considerazione la Bulgaria, abbiamo riproposto di riconsiderare il Friuli Venezia Giulia: se non dovesse andare, stiamo già intavolando discorsi con altri imprenditori per sostituire la Metinvest". Pochi secondi prima aveva confermato, di aver "chiesto con estrema umiltà alla Regione il Pnrr per il porto, che sarebbe sempre ora", riferendosi ovviamente a Porto Nogaro e confermando come c'è tutto l'interesse di avviare i lavori in quell'area.

L'interesse sull'Aussa Corno

La Regione Friuli Venezia Giulia non fa mistero di, in un modo o nell'altro, voler "riqualificare" le aree portuali e costiere, compresa quella di Marano Lagunare e San Giorgio di Nogaro. Ma se questo significa implementare la vocazione industriale con un grande impianto per la produzione di lamiere proprio dove comincia la laguna, ecco che a drizzare le orecchie sono anche i soggetti territoriali attenti agli aspetti paesaggistici e, soprattutto, turistici. Da qui l'incontro del 24 agosto 2022 in Comune a Lignano Sabbiadoro, tra l'assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini e i primi cittadini della località balneare, di Marano Lagunare e Latisana, durante il quale l'esponente della giunta garantisce, come già scritto nel precedente articolo, "massimo interesse alla tutela della sostenibilità e degli interessi del territorio" rispetto al procedimento "che dovrà accompagnare l'investimento del gruppo siderurgico ucraino Metinvest e Danieli di Buttrio a San Giorgio di Nogaro". Quindi ad agosto 2022 sembra che una decisione in merito alla possibilità di realizzare la mega acciaieria in laguna sia già stata presa. Tanto che è la stessa Regione Friuli Venezia Giulia a diramare una nota di spiegazioni. "Quanto allo stato di avanzamento, circa a metà settembre la Regione riceverà la documentazione richiesta al gruppo di progettazione, ovvero gli studi preliminari che consentiranno di capire i dettagli dell'investimento. Per quanto riguarda il territorio è stato richiamato il fatto che si tratta di un intervento che insisterà su un'area con destinazione urbanistica industriale individuata come di interesse strategico regionale (D1) fin dal 1978 e quindi il progetto si cala in un contesto già vocato ad attività industriali".

Rilanciare l'area

È il 24 agosto 2022 e la Regione invia una nota con le parole di Bini. "La Giunta regionale fin dal suo insediamento ha lavorato assiduamente per riportare questa area, che per la storia della Bassa friulana ha rappresentato sempre un valore, ad un rilancio dopo anni di blocco della sua potenzialità superando la fase commissariale: il progetto attuale rappresenta un'occasione più unica che rara. Con un investimento privato che sfiora il miliardo di euro, una prospettiva occupazionale che tra personale diretto e indotto può interessare un migliaio di lavoratori qualificati, l'impianto a regime prevede un ingente fatturato che potrà rappresentare per la regione un importante aumento del Pil". È una prima importante conferma: c'è un progetto, ci sono dei dati, ci sono delle previsioni. "Attualmente il progetto è in fase preliminare e la Regione ha già adottato provvedimenti per affermare la volontà di procedere e richiederne la possibilità e per destinare i primi fondi (20 milioni di euro in assestamento di bilancio) per avviare le infrastrutturazioni. Complessivamente per la parte pubblica il progetto prevederebbe un investimento di 80 milioni per realizzare i dragaggi del Corno, l'innalzamento della quota di terreno, una banchina da 400 metri, interventi su ferrovie e viabilità e altri sotto servizi". Il progetto, quindi, in base a queste dichiarazioni c'è eccome. 

Dettagli

La nota di agosto 2022 continua con ulteriori specificazioni. "In ottica di economia circolare è previsto che il previsto dragaggio del Corno, pari a oltre un milione di metri cubi di materiale, vada a realizzare i piazzali, con relativo innalzamento del terreno e, come importante misura di compensazione e valorizzazione del contesto lagunare, un sistema barenicolo. L'avvio del progetto distinto in due fasi, quella preliminare e necessaria dell'infrastrutturazione e quella successiva di realizzazione del complesso industriale, avverrà con la stipula dell'accordo di programma. Lo stesso vedrà il diretto coinvolgimento delle amministrazioni comunali di San Giorgio di Nogaro, Marano Lagunare, Grado e Torviscosa, comuni che confinano a mare e a terra con l'area interessata". Un passaggio che lascia presumere accordi con le amministrazioni citate. In merito ai tempi del cronoprogramma per la realizzazione delle infrastrutture di pertinenza regionale, si legge ancora, "è stato chiarito che essi dipendono molto dall'andamento del processo autorizzatorio e che potrebbero essere agevolati a livello ministeriale dall'applicazione di un recentissimo provvedimento del Governo: a oggi il termine congruo potrebbe essere fissato in 30 mesi". La Regione Fvg, dunque, ad agosto 2022 avrebbe anche già presentato il progetto, seppur in fase preliminare, sul tavolo del Governo. La nota si conclude con alcune frasi che non aiutano a far chiarezza. "Dal punto paesaggistico e naturalistico, forti rassicurazioni derivano dall'apporto che le Università di Udine e Trieste potranno dare alla Regione per garantire che la tutela della salute della laguna sia massima e dalla circostanza che tutti i passaggi autorizzatori saranno svolti, garantendo l'espressione dei pareri di tutti i soggetti chiamati a tutelare l'ambiente. Da parte dei sindaci è stato richiesto di proseguire nell'interlocuzione informata ed è stata garantita da parte loro altrettanta disponibilità nel trasmettere rassicurazioni alla popolazione". Se le Università devono ancora presentare i loro studi, come possono garantire tutele paesaggistiche e naturalistiche? Allo stesso modo, come possono farlo i sindaci interessati, nei confronti dei loro concittadini e delle loro concittadine? Ad agosto 2022 si sa già che sono stati stanziati 800mila euro per lo studio affidato alle università di Udine e Trieste sulla fattibilità del progetto. 

Bini

Un tentativo di rassicurazione simile arriva anche qualche giorno dopo (6 settembre 2022), in occasione del tavolo tenutosi a Udine sul tema dello sviluppo della nautica regionale con i rappresentanti delle associazioni di categoria (Assonautica, Assomarina, Fvg Marinas) e agli operatori economici (Confcommercio e Confartigianato) e turistici di Lignano e Grado, che fa seguito a quello con i sindaci del territorio in cui insiste la zona industriale (San Giorgio di Nogaro, Marano Lagunare, Grado e Torviscosa) e i sindaci delle località balneari limitrofe (Lignano, Grado e Marano Lagunare). Durante l'incontro, Bini ha dichiarato che "per quanto riguarda la costruzione del nuovo laminatoio, particolare attenzione sarà rivolta anche alla riduzione dell'impatto visivo dell'impianto, con apposite soluzioni che sfrutteranno la vegetazione".

I dubbi in consiglio regionale

Sono i componenti del Gruppo del Movimento 5 Stelle, in Consiglio regionale, a fare la prima mossa dopo queste comunicazioni. È il 7 settembre 2022 e, in aula, prendono parola per commentare le dichiarazioni di Bini. "L'assessore regionale competente rassicura tutti, convinto del fatto che l'acciaieria Danieli Metinvest non inquinerà. È infatti da più di un mese, da quando il Consiglio regionale ha deciso di sostenere al buio con 20 milioni di euro (che, come letto sui giornali, diventeranno 80) l'urbanizzazione dell'ultima area verde rimasta nell'Aussa Corno, che i pentastellati si dicono in attesa di visionare i progetti, le istanze avanzate dalla ditta e le richieste di lavori proposte". Gli esponenti del M5S, in una nota, affermano anche che "finora è sempre stato detto che non ci sono e a tale proposito gli stessi esponenti pentastellati non dubitano che non ci siano carte. Ma, allora, come fa l'assessore a dire che l'acciaieria non inquinerà, se non sa cosa verrà realizzato a San Giorgio. Come fa ad attendere un parere delle università regionali se non sa di quanti metri vogliono dragare i canali? Come fa ad avere in 30 giorni un parere, se per l'ultimo studio commissionato alle facoltà ci son voluti quattro anni per approvarlo? Come fa a dire che non ci sarà impatto, se sa già che verranno movimentati un milione e 300mila cubi di sedimenti quando, per dragare tutto il Corno a 7,5 metri di profondità, ne hanno scavati meno di 250mila? Ma, soprattutto, come ha fatto il Consiglio regionale con ampia maggioranza (contrari solo i consiglieri del Movimento 5 Stelle e il Gruppo Misto), a votare lo stanziamento di 20 milioni di euro sul nulla?". L'intervento si conclude ricordando che "il M5S attende di capire come si potrà insediare un laminatoio laddove Provincia e Regione, con l'allora presidente della Provincia e oggi sindaco di Udine e l'allora vicepresidente della Regione e oggi senatore di Fratelli d'Italia in cerca di bis a Roma, hanno previsto negli anni un campo da calcio, un parco verde attrezzato e un'area destinata alle sole marine".

La non risposta che sa di conferma

Ancora una volta è l'assessore Bini a dare una risposta, indiretta, sul progetto. "La Regione in questi ultimi anni, nonostante le non poche difficoltà, ha dato un'accelerazione significativa per quanto riguarda lo sviluppo della portualità, non solo su Trieste ma anche su Monfalcone e Porto Nogaro. Si è poi puntato molto anche sullo sviluppo del cosiddetto retroporto. In questo senso, si è iniziato l'iter per realizzare la Zona logistica semplificata, che potrà rappresentare una vera svolta per la logistica regionale", sostiene l'assessore nel pomeriggio del 28 settembre 2022 al convegno "Il Nord Adriatico, la politica dei trasporti e industriale e la funzione dei territori del Fvg" organizzato dal Cosef, Consorzio di sviluppo economico del Friuli in collaborazione con Confindustria Udine. "Una giornata di lavori che ha visto l'intero sistema regionale della logistica e del trasporto discutere sullo stato di salute e sugli sviluppi futuri del comparto", specifica il comunicato stampa post evento. In particolare sullo scalo di Porto Nogaro e sull'area industriale dell'Aussa Corno l'assessore Bini sottolinea come "negli ultimi anni si è lavorato in maniera significativa per rilanciare l'intera area produttiva cercando di tracciare nuove e importanti strategie di sviluppo. Si è superata la fase del commissariamento e si è dato il via a una serie di investimenti importanti, che comprenderanno anche le risorse per i dragaggi del porto. Con l'ultimo assestamento di bilancio sono stati stanziati 20 milioni di euro proprio per la riqualificazione dell'area Punta Sud, al fine di favorire un importante insediamento industriale". È a questo punto che si cita "il recentissimo annuncio dell'investimento da parte della società Metinvest, un impianto produttivo del valore di un miliardo di euro che avrà anche importanti ricadute occupazionali, con la creazione di posti di lavoro qualificati e l'assunzione di circa 400 ingegneri".

Numeri

Siamo a fine settembre 2022 e, intorno al progetto – stando a quanto dichiarato –, ci sono già dei numeri ben precisi: 80 milioni di euro di finanziamento regionale, di cui 20 per la riqualificazione, 1 miliardo di euro di investimento privato, 400 ingegneri che verranno assunti, 30 mesi (da agosto 2022) per il processo autorizzatorio governativo, 400 metri di banchina da realizzare, un milione di metri cubi di materiale derivato dal dragaggio del fondale di Porto Nogaro. 

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