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Mega acciaieria a San Giorgio / San Giorgio di Nogaro

La mega acciaieria che Trieste non ha voluto e che si vorrebbe a San Giorgio

In questi giorni è tornato alla ribalta il tema del progetto di un'acciaieria integrata che si dovrebbe realizzare nella zona dell'Aussa Corno. A parlarne sono i comitati di cittadini. Per il presidente Fedriga "il progetto non esiste"

Questo è il primo di una serie di articoli che pubblicheremo riguardanti il presunto progetto per la realizzazione di un nuovo impianto per la produzione di lamiere con acciaieria integrata, che dovrebbe realizzarsi nella zona industriale dell’Aussa Corno. Il condizionale è d’obbligo, perché dopo alcune dichiarazioni della giunta Fedriga e pochi incontri pubblici, da alcuni mesi regna un grande silenzio. Da una parte le imminenti elezioni regionali, dall’altra l’attesa per il corposo studio affidato alle università di Udine e Trieste sulla fattibilità della realizzazione, per cui la giunta regionale avrebbe stanziato più di 800mila euro (così emerge da un'interrogazione in consiglio, datata 13 febbraio 2023, presentata da Cristian Sergo del Movimento 5 Stelle), suggeriscono con probabilità di tenere un profilo basso. Allora proviamo noi a fare luce sulla vicenda. Lo spunto è dato da una partecipata assemblea pubblica che si è svolta mercoledì primo marzo a Villa Dora di San Giorgio di Nogaro. L'incontro è stato indetto dal coordinamento ambientale Bassa friulana, dai comitati Giù le mani dalle fontane e del Friuli rurale.

La seconda puntata del nostro approfondimento

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L'acciaieria a Muggia: sì, poi no

Tutto comincia nel 2021, o forse anche prima. “Apprendiamo dalla stampa odierna che due grandi gruppi siderurgici come Metinvest e Danieli stanno ipotizzando di installare alle spalle dell’area ex Aquila, a Trieste, un nuovo impianto di lavorazione dell’acciaio che darebbe lavoro a oltre 400 persone, più circa 500 di indotto: vogliamo conoscere tutti i dettagli di questa operazione, e che impatto ambientale avrebbe”. Così affermava in una nota datata primo aprile 2021 il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Giuseppe Nicoli, annunciando il deposito di un’interrogazione urgente sul tema. Già, il tema: si parla della realizzazione di un nuovo laminatoio, “un impianto integrato nell'area Noghere della zona industriale di Trieste, nel comune di Muggia”. L'esponente di Forza Italia, nella maggioranza consigliare, chiedeva spiegazioni. "Nonostante il riserbo menzionato dalla stampa, molti dettagli sono già noti. Il Consiglio regionale Fvg, tuttavia ne è ancora all'oscuro, così come i cittadini di Trieste che, dopo la chiusura della Ferriera di Servola, hanno il diritto di sapere cosa accadrà nel loro territorio", continuava Nicoli nelle sue osservazioni.

Bini

In risposta c’è solo il silenzio che, un mese dopo, viene rotto dall’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini. "Con l'intesa approvata oggi (venerdì 14 maggio 2021, ndr) si apre la strada a una rilevante opportunità industriale per il Friuli Venezia Giulia, sia in termini di nuovi posti di lavoro, sia di potenziamento dei traffici per il porto di Trieste. Il progetto presentato da Danieli e Metinvest (multinazionale ucraino-olandese ndr) si inserisce perfettamente nelle politiche di sviluppo economico di questa Amministrazione regionale che in questi anni ha lavorato proprio affinché si creassero le condizioni per rendere attrattivo il retro porto triestino a nuovi insediamenti ecosostenibili". Il 14 maggio di quasi due anni fa, la giunta regionale approvava dunque il Protocollo d'intesa che accoglieva la manifestazione di interesse finalizzata a realizzare un impianto integrato nell'area Noghere, nel comune di Muggia.

L'intesa precedente

“La proposta mette a frutto la sinergia industriale tra la Danieli & C. Officine Meccaniche e Metinvest BV per la realizzazione di un impianto industriale ecosostenibile di prodotti finiti laminati in acciaio, mediante la trasformazione di bramme di acciaio in coils laminati a caldo e con ulteriori lavorazioni da eseguire sul posto. L'industria occuperebbe un'area di circa 480mila metri quadrati nella zona delle Noghere e sfrutterebbe la rete logistica portuale e retro portuale per il rifornimento della materia prima e il successivo invio del prodotto finito verso i clienti del Friuli Venezia Giulia e del resto d'Italia e d'Europa”, si legge in una nota diramata dall’agenzia regione cronache. Al tempo, dunque, Bini non ha nascosto la sua soddisfazione. Anzi. "L'Esecutivo ha ritenuto che il progetto proposto rappresenti un investimento di importanza primaria per l'intero territorio regionale. Vi sono motivi di rilevanza sia per le risorse economiche impiegate che per lo sviluppo industriale oltre che logistico-portuale che ne deriverebbe”, dichiarava. "A fronte di molti punti di vantaggio, ci è sembrato corretto che la Regione si facesse parte attiva nel favorire la realizzazione di questa progettualità", precisava l'assessore. Quel Protocollo d'intesa era stato sottoscritto tra Regione, Consorzio di Sviluppo Economico Locale dell'Area Giuliana (Co.Selag), Autorità di sistema portuale del mare Adriatico Orientale - porti di Trieste e Monfalcone, Comune di Muggia, Danieli e Metinvest BV: l’idea era firmarlo per verificare la fattibilità tecnica del progetto e l'esistenza dei presupposti necessari per la successiva stipula di un Accordo di programma che avrebbe dovuto definire in dettaglio il percorso per giungere alla realizzazione dell'impianto. 

Cambio di location

Ma il progetto, dopo l'entusiasmo iniziale, ha subito uno stop e non si è più concretizzato. Non a Muggia, almeno. Dopo le richieste di spiegazioni del forzista Nicoli, sono arrivate quelle del consigliere regionale del MoVimento 5 Stelle, Andrea Ussai, e del consigliere comunale di Muggia, Emanuele Romano, sempre dei pentastellati. E così la strategia è cambiata, facendosi largo sempre più concretamente l'ipotesi di piazzare il nuovo mega impianto nella zona industriale dell’Aussa Corno. "Metinvest è un gruppo molto importante sia per il valore della produzione che per il numero di occupati in tutto il mondo e per il Friuli Venezia Giulia è un onore annoverare questa azienda tra i suoi insediamenti produttivi”, sottolineava Bini in occasione dell’inaugurazione della nuova linea di taglio al plasma nello stabilimento di San Giorgio di Nogaro di Metinvest, il 26 novembre 2021, alla presenza dell'amministratore delegato Viktor Dembitskiy, dell'assessore regionale alle Infrastrutture Graziano Pizzimenti, del sindaco di San Giorgio di Nogaro Pietro Del Frate e di Roberto Tomé, direttore del Cosef, Consorzio di sviluppo economico per l'area del Friuli. 

Trieste addio

L’addio definitivo al progetto triestino arriva solo con i primi mesi del 2022 e non viene accolto bene dal segretario regionale dei metalmeccanici della Cisl, Gianpiero Turus, che a gennaio di quell’anno dichiara che la notizia è “un colpo pesante per le prospettive di sviluppo economico regionale, perché la rinuncia comporta il mancato arrivo a Trieste di un investimento da 700 milioni di euro, che avrebbe creato 450 posti di lavoro diretti e almeno 500 occupati nell’indotto”. Secondo lui, alla base del dietro front ci sarebbero stati i tempi eccessivamente lunghi delle bonifiche. Secondo altri, semplicemente il Comune di Muggia ha detto “no, qui no”. E così nell’estate del 2022 emerge già l'idea di San Giorgio di Nogaro come posto perfetto, con l'assessore Bini che, a margine di un incontro tenutosi a fine agosto 2022 nel municipio di Lignano Sabbiadoro, insieme ai sindaci della località balneare, di Marano Lagunare e di Latisana, sosteneva "massimo interesse alla tutela della sostenibilità e degli interessi del territorio rispetto al procedimento che dovrebbe accompagnare l'investimento del gruppo siderurgico ucraino Metinvest e Danieli di Buttrio nella zona dell’Aussa Corno".

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Fedriga

 È da qui che si comincia a sentire parlare più spesso del progetto, prima del silenzio degli ultimi tre mesi. In una diretta social di qualche giorno fa, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha voluto rispondere a un utente che gli chiedeva un parere sull'acciaieria di San Giorgio di Nogaro. La risposta è stata lapidaria. "A oggi non esiste alcun progetto, ho visto che vengono fatti comitati e c’è stata un’ipotesi avanzata anche sulla pubblica informazione, ma non esistono progetti. Si fanno tanti processi alle intenzioni senza sapere che oggi alla Regione non è stato presentato nessun progetto. Serietà vuole che si dica sì e no se c’è un progetto, capire bene come funziona e cosa dicono tutti gli studi necessari. Non sono abituato a ragionare in modo superficiale, a dire di sì o di no in modo ideologico. Ho avuto modo di incontrare operatori della zona e del settore turistico e a loro ho spiegato questo, a oggi il progetto non c’è, quindi di cosa stiamo parlando? Non vorrei che venisse utilizzata un pochino di agitazione perché siamo in vista di una campagna elettorale: serve serietà con i cittadini, che giustamente possono fare una valutazione, ma solo sulla base di qualcosa che esiste". Durante l'assemblea di San Giorgio di Nogaro dello scorso mercoledì, il primo cittadino di Porpetto Andrea Dri, ha però dichiarato pubblicamente che un progetto esiste e lui e altri sindaci della zona sarebbero stati convocati dalla Regione proprio per parlarne. 
 

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