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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Migranti, parla il Procuratore: «l'organizzazione del traffico è in Ungheria»

Secondo quanto dichiarato dal magistrato «il viaggio dei profughi, dalle zone di guerra da cui scappano al Nord Europa a cui puntano, può costare tra i 4 e i 6 mila euro»

«Per la tratta di nostra competenza ritengo che la 'testa' dell'organizzazione possa trovarsi in Ungheria perché è da lì che partono i mezzi di trasporto, spesso noleggiati. Ma non per forza si tratta di ungheresi». D'altronde, «indagini svolte in passato avevano dimostrato che spesso ci sono anche più associazioni che si dividono le tratte e si passano i clandestini durante il viaggio». Lo ha detto il Procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo - come riportato dall’agenzia Ansa, precisando che «il viaggio dei profughi, dalle zone di guerra da cui scappano al Nord Europa a cui puntano, può costare tra i 4 e i 6 mila euro». Valutazione ricavata anche dal fatto che «il costo del viaggio per la tratta che interessa il Friuli, dall'Ungheria all'Italia, si aggiri su qualche centinaio di euro».

De Nicolo, intervistato da Voci del Mattino su Radio1 Rai, proprio sul tema migranti, ha ribadito - come già fatto il 17 settembre - che «in questi giorni siamo in una situazione che definisco di 'Quiete prima della tempesta'. Ovviamente spero di essere smentito dai fatti». De Nicolo ha poi aggiunto che «il picco dei rintracci si è avuto a giugno, con un record di 30 profughi. Negli ultimi tempi invece la situazione è calma. Passano anche settimane senza arresti di passeur. Ma noi rimaniamo all'erta, senza sottovalutare il fenomeno, considerata la forte pressione di migranti ai confini con la Serbia». Tra i passeur arrestati il procuratore conteggia persone di più nazionalità: «rumeni, ungheresi, pachistani, polacchi o marocchini, ma tutti residenti in Unione Europea».

Da Udine, circa il 50% dei procedimenti aperti a seguito di arresti di passeur in Procura - che ha istituito un pool di 3 magistrati deputati alla materia - «passano poi per competenza alla distrettuale di Trieste perché ravvisiamo ipotesi di reati associativi». A Udine, da luglio 2014 a luglio 2015, sono circa 70 i procedimenti avviati. «La grande sfida - ha concluso De Nicolo - sarebbe dotare le forze di polizia di un numero adeguato di bravi mediatori culturali per capire le lingue e i dialetti dei profughi. Spesso non riusciamo ad avere da loro informazioni perche' non riusciamo a parlarci».

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