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Cronaca

Processo Petrillo, le colleghe: "I suoi cestini erano sempre più pesanti"

Nuova udienza ieri nel procedimento contro l'ex assistente sanitaria, accusata di non aver inoculato il siero dei vaccini a circa otto mila pazienti

"Quando finiva il turno di vaccinazione il suo cestino pesava sempre di più rispetto a quello delle colleghe". Questo hanno detto in aula ieri, martedì 26 ottobre, due assistenti sanitarie che erano state colleghe di Emanuela Petrillo, la 38enne ex assistente sanitaria sotto processo a Udine, accusata di non aver somministrato, tra il 2009 e il 2016, durante il periodo in cui era in servizio alla  Asl di Udine, Codroipo e Treviso, vaccini a circa 8 mila pazienti, in stragrande maggioranza bambini. La Petrillo, di fronte ai giudici friulani, deve rispondere di peculato, omissione d'atti d'ufficio e falsità in dichiarazioni.

Sono testi della difesa quelli da cui arriva una sostanziale conferma ai sospetti che avevano portato la donna ad essere, a Treviso, prima trasferita al centralino e poi al licenziamento, arrivato quando era già scoppiata la bufera. "Dava – hanno detto le colleghe – sempre le spalle a chi la osservava. Anche la posizione delle mani era strana, ci chiedevamo come fosse possibile spingere lo stantuffo della siringa".

"Era incredibile – hanno aggiunto – come i bambini non piangessero mai, dato che il siero ha una certa capacità urticante. Lei rispondeva che aveva una tecnica particolare, che però non hai mai voluto condividere con nessuno". "I cestini poi – hanno concluso, sollevando dei dubbi sul fatto che venissero buttate via le siringhe con il liquido vaccinale dentro – erano sempre più pesanti di quelli delle colleghe. Lei diceva di non sapere il perché e si giustificava dicendo che evidentemente era passato qualcuno che ci aveva buttato qualche cosa dentro".

Nel corso dell'udienza ha deposto anche Boris Cerno, il medico vaccinatore in servizio con la Petrillo a Codroipo. "La notizia dell'inchiesta – ha detto – mi ha francamente scioccato, io ho sempre pensato ad Emanuela come ad una brava assistente. Ricordo che avevo l'ufficio a fianco della sala in cui vaccinava e l'ho sempre sentita con un eloquio che era in grado di dare ai genitori dei bambini tutte le risposte ai loro quesiti e anche a sensibilizzare gli adulti sull'importanza dei vaccini".

Infine sono state ascoltate alcune amiche della Petrillo, che hanno riferito come la ex assistente sanitaria si lamentasse del clima che c'era a Treviso, del fatto che veniva mandata a fare le vaccinazioni nelle caserme e che avrebbe subito un clima ostile da parte di alcune colleghe. Nella prossima udienza, il 14 dicembre, verrà sentita la consulente di parte della difesa. La sentenza è annunciata invece per l'otto di febbraio. 

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