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Mega acciaieria a San Giorgio / San Giorgio di Nogaro

La Regione Fvg si spacca sul progetto della mega acciaieria

Renzo Tondo di Autonomia responsabile dichiara che «un processo di industrializzazione costruito sulla necessità di ulteriori immigrati non coincide con gli interessi della regione». La Lega Fvg scarica le responsabilità sull'assessore regionale Bini e il dem Francesco Martines riceve una diffida formale a parlarne

Arrivano le prime prese di posizione rispetto al progetto dell'acciaieria di San Giorgio di Nogaro in seno alle forze politiche di maggioranza del consiglio regionale. A esporsi con due note stampa distinte, rispettivamente il coordinatore regionale Lega per Salvini Premier Marco Dreosto insieme al capogruppo Lega in Consiglio regionale Mauro Bordin e Renzo Tondo di Autonomia responsabile. 

«Si incentivino i giovani a restare, piuttosto di aprire nuove attività che hanno bisogno di immigrati»

Da una parte la posizione di Renzo Tondo, che punta l'accento sulla necessità di incentivare le persone giovani a restare in regione piuttosto che farne arrivare dall'estero. «Sarà importante definire qual è il modello di sviluppo che si intende perseguire per il Friuli Venezia Giulia alla luce dei profondi elementi di cambiamento intercorso negli ultimi anni nel sistema produttivo», ha affermato l’ex presidente della Regione durante un incontro con i candidati di Autonomia Responsabile, alla luce delle polemiche sorte attorno al progetto dell’acciaieria di San Giorgio di Nogaro. «Appare evidente a tutti che il problema dell’occupazione in Friuli Venezia Giulia - prosegue Tondo - riguarda soprattutto i giovani, che tendono ad andare all’estero, più della manodopera che si rendesse invece necessaria nel comparto manifatturiero, dove, molto spesso non si trovano maestranze qualificate e devono essere importate dai Paesi terzi (vedi Fincantieri). Riteniamo che il Friuli Venezia Giulia debba valorizzare soprattutto le proprie notevoli risorse turistico ambientali e la bellezza del proprio territorio. Non riteniamo, al contrario che un processo di industrializzazione costruito sulla necessità di ulteriori immigrati coincida con gli interessi della regione». In altri termini, Tondo auspica un impegno massimo per trattenere i giovani in Friuli Venezia Giulia e «per valorizzare le peculiarità del territorio, anziché dare il via a nuove realtà produttive che poi, per funzionare, hanno bisogno di manodopera proveniente dall’estero». 

Un'idea che c'è da tempo ma di cui la Regione non parla più

«Una strumentalizzazione»

Di altro tenore l'intervento del gruppo regionale della Lega. «Sulla nuova acciaieria che dovrebbe sorgere nell’area industriale di San Giorgio di Nogaro è in corso una becera strumentalizzazione politica. Chi accusa Lega farebbe bene a cambiare registro» affermano il coordinatore regionale Lega per Salvini Premier Marco Dreosto e il capogruppo Lega in Consiglio regionale Mauro Bordin. «Nelle ultime settimane la questione ha sollevato non poche criticità che stanno fortemente condizionando la campagna elettorale in corso. È doveroso, pertanto, fare chiarezza: la Lega non ha visionato alcun progetto relativo all’impianto, non ha avuto alcuna interlocuzione con gli investitori e non ha condiviso proposte di alcun genere. Il nostro partito si contraddistingue per serietà che è sinonimo di trasparenza, valutazione dei fatti e condivisione con il territorio, tanto più se si tratta di iniziative che impattano su larga scala», chiosano i due in una nota stampa. «Si aggiunga che la Lega non ha avuto in questi anni alcuna delega alle attività produttive, appannaggio dell’assessore Bini. Chi, pertanto, pensa di strumentalizzare politicamente questo argomento pensando di colpirci è bene che si rivolga altrove. Il nostro impegno è e sarà sempre a favore di uno sviluppo sostenibile che porti vantaggi all’intera comunità e veda il massimo coinvolgimento dei territori attraverso la partecipazione attiva delle diverse realtà. Saremo, al contrario, altamente vigili e, soprattutto, coerenti rispetto a tutte le scelte che riguardano il Friuli Venezia Giulia». concludono.

La diffida a parlarne

Si alza anche la voce del vicesindaco dem di Palmanova Francesco Martines. O meglio, vorrebbe alzarsi ma, tramite una nota, dichiara di aver addirittura ricevuto "formale diffida a parlarne da parte degli avvocati di un gruppo industriale della nostra regione". «Realizzare una mega acciaieria nella Laguna tra Marano e Grado è una scelta politica che condizionerà l’ambiente naturale dell’intera Bassa Friulana e del Litorale. Fedriga e Bini stanno zitti ed evitano di parlarne perché sanno come i cittadini la pensano. Facciano chiarezza prima delle elezioni, non dopo, in modo che i cittadini che andranno a votare sabato e domenica prossimi possano esprimere anche su questo il proprio giudizio», tuona il dem. «La Giunta regionale ha da poco festeggiato entusiasta l’abbattimento della ferriera di Servola a Trieste, mentre nel silenzio opera per la collocazione di un’acciaieria nel mezzo della Laguna. I cittadini devono sapere e conoscere il progetto, le ricadute sull’ambiente naturale, sull’aria, sull’acqua, sull’ecosistema naturale della Laguna», continua Martines. «Dopo il rifiuto dei Comuni amici, Muggia e Monfalcone, già dotati di fondali marittimi adeguati, Fedriga intende agevolare, con risorse pubbliche destinate a infrastrutture dell’area, la costruzione di un’acciaieria al centro dell’area naturalistica, turistica e ambientale che si affaccia sulla laguna di Marano, Grado e Lignano. È un’operazione non concordata con i cittadini e che verrà realizzata anche con 20 milioni di euro di soldi pubblici per studi e infrastrutture. Pare che altri 60 milioni arriveranno in futuro. I cittadini devono poter scegliere se vogliono per i propri figli un posto di lavoro in un’acciaieria attiva h24 oppure un lavoro nel campo dei servizi, del turismo o del commercio. I cittadini devono scegliere se vogliono che i soldi della Regione vadano a beneficio di quest’opera privata oppure siano investiti per migliorare le strutture turistiche, sostenere nuove imprese familiari e riqualificare le nostre città».

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