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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Centro

660 anni fa la prima università friulana e mitteleuropea a Cividale

Le associazioni culturali Fogolâr Civic e Academie dal Friûl celebrano l'evento e s'interrogano in generale sul sistema formativo odierno. Annuciata la formazione di una consulta o rete d'insegnanti per un rinnovamento nelle dinamiche del settore.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Il 1° agosto 1353 il sovrano Carlo di Lussemburgo-Boemia, aspirante imperatore romano-germanico, riconosceva la prima Università friulana e transfrontaliera mitteleuropea, avviata anni prima dal patriarca aquileiese Bertrando a Cividale del Friuli.  Ben 660 anni dopo, a Udine, il Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl" e il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic", presieduti da Alberto Travain, hanno celebrato la ricorrenza "particolarmente significativa per la storia della formazione nella regione crocevia d'Europa".

È toccato al giovane Francesco Nicolettis, alfiere e "princeps iuventutis" del circolo "Academie dal Friûl", stabilire un ponte tra passato e presente attraverso una personale riflessione in merito al sistema formativo in genere del Friuli e dell'Italia di oggi, in un discorso tenuto in Piazza San Giacomo, presso la storica Casa della Rosta recante lo stemma dell'antico monarca: "Che ne direbbe un Carlo di Boemia dei nostri giorni, una autorità eurocomunitaria odierna, del nostro sistema formativo? Personalmente, credo, innanzitutto, che si debba instaurare un sistema davvero meritocratico, che premi l'impegno e non le 'simpatie'. Poi, ritengo che nei cicli d'istruzione primario e secondario vada ripensato interamente il rapporto insegnanti-genitori, ponendo in atto un valido sistema di controllo istituzionale sui primi e di limitazione dei secondi e mirando al ripristino di quella reciproca fiducia e di quella collaborazione tra le due componenti, basata sulla consapevolezza di svolgere lo stesso importante compito - di essere, quindi, nella stessa 'trincea' e non in due differenti - che in altre nazioni d'Europa e non solo sembra essere ancora in vigore".

Sibillino il commento del prof. Travain: "Per avere un sistema formativo serio bisogna avere uno Stato serio: forse l'impero romano-germanico di Carlo di Boemia tentava o almeno sognava di esserlo!". Travain ha annunciato anche, in tale occasione, l'intenzione di costituire una consulta o rete d'insegnanti a presidio di certi valori e per un rinnovamento nelle dinamiche del settore, di cui senz'altro si darà nota in seguito, ed ha aggiunto: "Considero davvero spiacevole il fatto che negli atenei dell'odierno Friuli Venezia Giulia la vicenda di quest'archetipa università medievale non sia ricordata, nemmeno a titolo promozionale, per ammantare di tradizione e quindi di nobiltà le istituzioni accademiche del territorio. Si ritiene, forse, che le 'radici', anche e soprattutto se ideali, non servano? In quelle radici, inoltre, come scrisse il sovrano che ufficializzò quell'antico ateneo, vi è anche la coscienza di una regione "in metis Alemanie, Ungarie, Sclavonie atque Italie", cuore e sintesi dell'Europa, non periferica sentinella di una sua parte: una prospettiva da recuperare!".

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