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Cronaca

Annunciata l'apertura dei centri estivi anche per bimbi tra 0 e 3 anni: famiglie e nidi nel caos

Il governatore della Regione Fvg Massimiliano Fedriga ha annunciato due sere fa, attraverso un post su Facebook, che l'indomani sarebbero partiti i centri estivi anche per i bambini sotto i tre anni, ma nessun gestore è pronto a organizzare il servizio

Non basta scrivere delle linee guida e decidere le cose a tavolino affinché le stesse accadano: un governatore lo dovrebbe sapere. Stupisce dunque la leggerezza con cui Massimiliano Fedriga, seguito su Facebook da quasi 136mila persone, abbia deciso di comunicare che la Regione Fvg ha dato il via libera ai centri estivi per i bambini della fascia di età 0-3 lasciando intendere che fosse tutto già pronto addirittura dall'indomani della pubblicazione del post.

L'annuncio della discordia

Il post risale a martedì 2 giugno, alle 19.36 e il testo cita: "Da domani riaprono i centri estivi, anche per i più piccoli da 0 a 3 anni. Una scelta all'avanguardia per un aiuto concreto ai genitori, e per i bambini che recuperano spazi di socialità indispensabili, senza arretrare sulle misure di #sicurezza e #buonsenso".

La confusione

Dopo oltre 70 giorni di reclusione, immaginate il sollievo di centinaia di famiglie nell'apprendere che finalmente i loro figli potevano ritornare a contatto con coetanei ed educatrici: il tam-tam si è attivato all'istante e appena è stato possibile, all'indomani del post, sono cominciate le telefonate all'indirizzo dei nidi per avere informazioni. Peccato che, al pari dei genitori, anche responsabili ed educatori avessero appreso della decisione della regione solo il giorno prima, non avendo avuto assolutamente il tempo materiale per organizzare un servizio del tutto nuovo con delle linee guida mai applicate. Risultato? Telefoni bollenti e molta confusione.

Le reazioni

«Fare un post basandosi solo sulla bozza delle linee guida passate con delibera venerdì in giunta senza tenere conto che la fattibilità dell'apertura dei servizi è ancora lontana perché mancano totalmente accordi economici e protocolli sanitari ci ha messo in enorme difficoltà», ci ha riferito una responsabile di nidi. «A seguito del post ci sono giunte innumerevoli telefonate di genitori che chiedevano informazioni a riguardo, convinti che i centri estivi sarebbero stati veramente aperti in un giorno... avrei voluto attivare la deviazione di telefonata sul numero del governatore, ieri!», continua esasperata la responsabile. 

Il rischio dell'insostenibilità economica

Un altro gestore di servizio per l'infanzia afferma che «è uscito un comunicato stampa sul sito della Regione, ma mancano tutti i presupposti tecnici per poter riaprire. Loro hanno previsto che gli enti gestori che intendono aprire stendano un progetto che dovrà essere sottoposti a Comune e aziende sanitaria: è richiesta la compartimentazione delle aree esterne e interne, non ci devono essere interferenze tra operatori né tra gruppi». La preoccupazione non è legata tanto alla mole di lavoro che dal giorno in cui sono state pubblicate le linee guida spetterà ai gestori dei servizi, quanto alla sostenibilità della nuova organizzazione. «Se mi dici il 2 giugno che il giorno dopo posso aprire è una mossa politica che una cosa realistica.. hai fatto il tuo annuncio e tutti lo hanno preso solamente come tale. Adesso mancano tutte le istruzioni per poterlo fare e i tempi saranno ben più lunghi di quelli che hanno detto. Il vero problema è quello della sostenibilità economica. Se in condizione ottimale, quando abbiamo strutture piene e tutte le famiglie paganti, sopravviviamo con il contributo regionale che ci copre la perdita fisiologica. In questa situazione, dove l'ipotesi è aprire con un rapporto numerico di 1 operatore per 5 bambini, gli introiti saranno insufficienti e le rette non copriranno i costi». La preoccupazione sulle spese insostenibili è concreta. «In questa fase ci viene chiesto di ridurre i rapporti tra educatori e bambini, ma il differenziale è maggiorato tra costi e ricavi: quando riapriremo dovremo richiamare tutto il personale in servizio ripristinando al 100% i costi primari ma con una garanzia di incasso inferiore rispetto a prima. La domanda - si chiede questo gestore che desidera rimanere anonimo - è "come sopravviviamo?". La Regione dice che il suo contributo sarà più alto, ma ci sarà uno sfasamento temporale tra le spese e i contributi, che sono previsti ordinariamente, mentre le nostre spese sono straordinarie. Forse il contributo arriva in via anticipata a settembre, ma giugno, luglio e agosto a costi pieni, con incassi ridotti che producono perdita come li copriamo? Le cooperative sociali sono ridotte all'osso perché tante hanno anticipato il contributo salariale per marzo e aprile e sono già andati a debito... come pensano che pagheremo le spese?». 

«Io voglio sperare che dal 1 settembre ci facciano ripartire in maniera ordinaria, da adesso al 31 agosto devono capire ancora tante cose, ma poi mi auguro che poi si risolva tutto. Se così non fosse, è possibile che chiuderemo in tanti». Nel frattempo il lavoro da fare è tantissimo. «Aspetto le direttive definitive, voglio capire se c'è il benestare di Roma a fare questa cosa: è inutile che io mi metta a scrivere nuovi protocolli quando poi scopro che non ci sono i presupposti economici per farlo. Mi sto ripromettendo di fare un'analisi dettagliata dei costi - conclude il gestore di servizi -, devo determinare quanto debito devo fare per arrivare a settembre. Se non si fanno bene questi conti, andiamo a sbattere velocemente sul muro».

I commenti al post

Sono oltre 300 i commenti delle persone che hanno scritto sotto il post del governatore: la maggior parte delle persone ha scritto facendo notare che i centri estivi sono ben lontani dall'essere aperti. "Capisco che fa figo dire "da domani in FVG si riapre anche la fascia 0/3" ma prima sarebbe quantomeno opportuno verificare la tempistica delle strutture per adeguarsi a tale follia...", scrive una mamma, seguita a ruota da altri genitori e da educatrici. 

La politica

A reagire al post di Fedriga anche il coordinatore di Progetto Innovare, Massimo Ceccon.

«Il Presidente Fedriga è riuscito a segnare un nuovo livello minimo nello squallore che la politica può raggiungere, riuscendo in un colpo solo a sfruttare la funzionalità di Facebook per gli aggiornamenti sull'emergenza sanitaria in corso per diffondere una fake news con l'intento di intestarsi meriti politici. L'immediata reazione delle centinaia di genitori che gli hanno fatto notare, già nei commenti al post, come non ci fosse alcun servizio di centro estivo disponibile in FVG dal 3 giugno, avrebbe potuto e dovuto essere sufficiente a generare delle scuse spontanee da parte di Fedriga, ma così non è stato. Davvero una bella figura. Come Progetto Innovare chiediamo con forza alla Regione di occuparsi con serietà e senso di responsabilità della questione dei servizi scolastici ed educativi dei bambini e ragazzi di tutte le età, essendo LA questione che più di qualunque altra in questo momento è in attesa di risposte e non di sciocchi slogan. I bambini e i giovani in generale sono stati lasciati indietro, per ultimi, ancora una volta, tanto dal Governo nazionale quanto da quello regionale, e questa è una scelta imperdonabile».

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