rotate-mobile
Cronaca Centro / Via Treppo, 4

Udine: posate nove pietre d'inciampo in via Treppo

Cerimonia solenne in via Treppo alla presenza delle massime autorità, ospite d'onore il capo della Polizia Lamberto Giannini

Nove persone che lavoravano preso l'allora Questura di Udine furono deportate dai nazisti nei campi di sterminio nel luglio del 1944 e non fecero mai più ritorno a casa. Per ricordare il loro sacrificio, oggi 22 aprile 2022, sono state posate nove pietre d'inciampo di fronte all'entrata del conservatorio Tomadini in via Treppo dove allora si trovavano gli uffici della questura e del tribunale.  "Non scelsero di diventare eroi, ma tennero fede al loro giuramento", ha ricordato Manuela De Bernardin, questore di Udine. E sono diventati "la nostra carne viva, una stella polare nei momenti di difficoltà", ha detto Lamberto Giannini, il capo della Polizia che oggi era l'ospite d'onore della cerimonia di posa. Presenti l'arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, il prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, il presidente dell'assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, il sindaco di Udine Pietro Fontanini, l'assessore alla Cultura Fabrizio Cigolot, oltre a numerosi parlamentari e consiglieri regionali, e varie autorità militari.

Chi erano

Verranno ricordati con i simboli del progetto Stolpersteine, nato nel 1995 dalla volontà dell'artista tedesco Gunter Demnig, le vittime del nazismo Filippo Accorinti, Alberto Babolin, Bruno Bodini, Giuseppe Cascio, Mario Comini, Antonino D'Angelo, Anselmo Pisani, Mario Savino e Giuseppe Sgroi. Nel 1944 la Questura di Udine fu interessata da rastrellamenti da parte delle SS naziste, che portarono all’arresto di una quarantina di funzionari, guardie di pubblica sicurezza e personale civile: dieci furono deportati nei campi di sterminio e nove di essi non fecero più ritorno a casa.

Durante la cerimonia il parallelismo con l'attuale situazione con la guerra in corso in Ucraina è stato scelto da molti oratori. Ne hanno parlato anche i tre studenti del liceo classico Stellini chiamati a condividere pubblicamente le loro riflessioni, ma ad emozionare ancor di più sono state le parole degli eredi. Gioia D'Angelo ha letto gli scritti del nonno - uno dei nove deportati che trovò la morte nei lager - pieni di tenerezza verso la moglie e i figli ancora piccoli. E ha trovato la forza di rispondergli, a più di settant'anni di distanza: "Tu non sei stato soltanto ricordato, come avevi chiesto: tu sei presente".

Le dichiarazioni

"Mi auguro che in particolare i giovani - ha auspicato il presidente del Consiglio regionale, Zanin, dopo aver portato i saluti del governatore Massimiliano Fedriga - inciampando in queste pietre si pongano delle domande e rendano attuale quel sacrificio. L'iniziativa della Questura e del Comune di Udine è straordinaria perché è rivolta alle nuove generazioni, chiamate a custodire l'importante eredità della memoria. Spetta ai giovani infatti costruire un futuro che sia degno del sacrificio di quegli uomini". "Viviamo momenti di grande difficoltà - ha ricordato Giannini, direttore generale della Pubblica sicurezza -, da una pandemia che pensavamo di poter vedere solo nei film di fantascienza a una guerra vicino a noi". E proprio per questo dobbiamo ricordare con grande "riconoscenza e affetto i nostri caduti, che vissero una fase storica ancora più drammatica". Il sindaco Fontanini ha voluto citare anche il suo predecessore Elio Morpurgo, arrestato dai nazisti e morto durante il viaggio verso Auschwitz. L'arcivescovo Mazzocato ha impartito la benedizione alle pietre di inciampo appena posate in via Treppo. Ed è stato come "celebrare un funerale per chi non lo ebbe", per usare l'espressione di Liliana Segre ricordata da Anna Colombi curatrice della pubblicazione storica che ricorda le vittime friulane dell'orrore nazista.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Udine: posate nove pietre d'inciampo in via Treppo

UdineToday è in caricamento