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Fogolâr Civic su ex Upim: «No a “corazzate Potëmkin” nel cuore di Udine»

Parlano i rappresentanti del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico in una richiesta inviata direttamente al sindaco Furio Honsell

Non ci stanno i rappresentanti di Fogolâr Civic a vedere rimpiazzato l'ex edificio Upim, edificio storico ed ormai integrato con il contesto, da un nuovo gigante di cemento che risulterebbe cozzare con i palazzi circostanti. Da evitarsi, quindi, soluzioni dirompenti se scollegate dalla ratio del luogo.

Parte così la richista di un'assemblea cittadina per decidere i destini urbanistici dell'area ex Upim.

LA RICHIESTA

«La città è come un condominio: un proprietario non può stravolgere la sua porzione senza il comune consenso. In ossequio senz'altro a condivisi impegni internazionali di consultazione delle comunità in tema di sviluppo sostenibile dei territori, si sollecita il Comune di Udine, anche unitamente alla Presidenza del rinnovato Arengo cittadino, a voler quanto prima indire, ancorché in extremis, un'assemblea popolare a scopi informativi e consultativi in ordine ai destini della centralissima area urbanistica attinente al fabbricato ex Upim “in ordine alla promozione di un rispetto istituzionale dell'identità dei luoghi” - si legge nella richiesta -  Tale istanza si formula con sincero auspicio di future pratiche consolidate di consultazione popolare preventiva rispetto alla gestione di luoghi fortemente incidenti sull'identità non soltanto urbanistica del cuore di una comunità cittadina».

Una richiesta che Fogolâr Civic si auspica diventi prassi per il futuro. In particolare, si legge ancora nel testo, si era rilevata la tendenza identitaria del luogo a non costituire urbanisticamente e architettonicamente un “corpus separatum” bensì integrato con il contesto, prima medievale-rinascimentale (Casa Bearzi), poi dialogante direttamente (Cinema Eden) o indirettamente (Palazzo Upim) con lo stile liberty del municipio di Raimondo D'Aronco.

Tra le proposte per l'ex Upim, l'idea di un parco, ma anche quella di un'operazione conservativa del fabbricato esistente ormai radicato nell'immaginario collettivo della cittadinanza con una propria identità.

«C'è chi ha proposto anche un referendum popolare sul caso - conclude Fogolâr Civic - Si ritiene importante comunque procedere a una ricognizione della percezione identitaria del luogo tra i cittadini di oggi per conservarne le proprie memorie e ricordi».

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