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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Più friulano in Rai, due camion vela rilanceranno l'appello lungo tutto il territorio

L'Assemblea della comunità linguistica friulana chiede più friulano nella programmazione e informazione della Rai regionale

Si definiscono più «pacifici» rispetto a chi «una volta e in altri territori avevano iniziato a far cadere i tralicci dell'alta tensione», ma allo stesso tempo si dicono «determinati nel rivendicare l'importanza del riconoscimento di una battaglia che riguarda la salvaguardia e la valorizzazione di un popolo che sotto la stessa lingua vuole continuare a essere coeso nei principi e valori consolidatisi in oltre mille anni di storia».

La battaglia in favore della marilenghe

Il presidente dell'Assemblee de Comunitât Linguistiche Furlane, l'Aclif, Assemblea della comunità linguistica friulana, Markus Maurmair così annuncia le battaglie in favore della marilenghe che «deve essere parlata – spiega – prima di tutto in casa ma è altrettanto fondamentale che la scuola ne sia un puntello, come grande rilievo ha il sistema dei mezzi di comunicazione».

L'occasione è la presentazione degli atti del convegno organizzato il 13 aprile scorso  “L’offerta radiotelevisiva per le minoranze linguistiche in Italia” pubblicati anche in versione cartacea e pronti ad essere distribuiti alla giunta e al consiglio regionali, ai vertici della Rai, a rappresentanti istituzionali.

Contrari «all'omologazione culturale»

«L'omologazione culturale e linguistica rappresenta una grande tentazione che piace al mondo del consumo ma che significa, nel tempo, dare forza alle pulsioni centraliste e a lungo andare alla sterilizzazione di un terreno, quello delle mille differenze che non arricchiscono solo il Friuli ma l'intera Italia» ha aggiunto Maurmair che ha moderato la presentazione degli atti a cui sono intervenuti l’assessore regionale alle Lingue Minoritarie Pierpaolo Roberti, il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, il direttore della sede Rai Guido Corso, il presidente dell'Arlef Eros Cisilino e quello della SocietàFfilologica Friulana Federico Vicario.

«La Regione – ha sottolineato Roberti – è pronta a sostenere qualsiasi attività si possa mettere in campo in questi venti giorni che ci separano dalla scadenza naturale della convenzione per la trasmissione di programmi radiofonici in lingua friulana tra la presidenza del Consiglio e la Rai per centrare l’obiettivo di poter effettuare qualche passo in più rispetto a quanto già ipotizzato nella bozza di cui siamo in attesa», ha assicurato Roberti, indicando l’opportunità di continuare la sinergica azione di richiesta di implementazione delle risorse tecnologiche e umane in madrelingua presso la sede Rai del Friuli Venezia Giulia «anche attraverso l’invio di una lettera congiunta diretta al sottosegretario all’Editoria Giuseppe Moles».

Due camion vela con il messaggio "Più friulano in Rai"

Roberti ha ringraziato il presidente dell’Aclif perché sia l’organizzazione del convegno, sia la stampa e diffusione degli atti, ma anche l’ultima iniziativa presentata oggi e promossa dall’assemblea, ovvero due camion vela che diffonderanno sul territorio il messaggio di richiesta per “Plui Friûl in Rai- Più Friuli in Rai”, «rappresentano – ha detto – un fondamentale supporto all’azione di pressing sul Governo e la Rai che l’amministrazione regionale non ha mai fatto mancare».

Rai: «Programmazione delle lingue minoritarie non sia folcloristica»

Da parte sua il direttore della sede Rai del Friuli Venezia Giulia, Guido Corso, ha sottolineato che l’anno scorso, grazie a uno sforzo corale e di squadra, si è raggiunto un traguardo importante. «L’accordo integrativo in un anno di pandemia non era un risultato scontato -  ha affermato –. Credo che presidenza del Consiglio e Rai debbano prestare attenzione a queste manifestazioni frutto di una pressione costante di tutte le istituzioni, portate avanti in modo trasversale. Quello che è stato fatto finora dalla sede del Fvg ritengo sia stato uno sforzo importante: siamo riusciti a mettere in onda dei programmi originali e con grande attenzione alla qualità. Non vogliamo che la programmazione delle lingue minoritarie del territorio sia folcloristica, ma che ricopra importanza culturale, e desideriamo che Rai resti in dialogo con le istituzioni culturali del territorio».

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