«Se dialogare significa scendere a compromessi, non siamo disposti a farlo»
La consigliera comunale, capogruppo della Lega, Lorenza Ioan isponde all'intervento di Federico Pirone sulla questione del campo nomadi in via Monte Sei Busi a Udine. Uno chiede il dialogo, l'altra non vuole compromessi
«Lo show muscolare del sindaco e dell'assessore Ciani, riguardo al "famoso" pozzetto dell'acqua nel campo rom di via Monte Sei Busi, più che spegnere il problema ha avuto l'effetto di surriscaldare la temperatura di Paderno, rendendo più insicura la situazione», tuona il consigliere di Progetto Innovare Federico Pirone. Una bordata in direzione di chi, dai banchi della giunta, nei giorni scorsi ha dichiarato con fermezza di voler risolvere la situazione legata non solo all'acqua ma al decoro e alla sicurezza generale al campo nomadi cittadino. «La strategia dell'amministrazione nella gestione di un problema (tutto sommato limitato) come quello della riduzione dei consumi ha mostrato inesperienza, superficialità e nervosismo, oltre al tratto tipico della destra più becera: l'espressione "questi zingari non l'avranno vinta" usata dall'assessore Ciani ricorda tempi bui».
Le soluzioni di Pirone
«Perché non re-incominciare ad affrontare la situazione del campo nomadi dal punto di vista sociale, provando la strada del dialogo? Ci sono risorse e competenze attivabili tra i servizi sociali, i mediatori, il volontariato delle associazioni, della parrocchia, la scuola, tutti soggetti da poter coinvolgere con una forte regia politica comunale. Perché per esempio non costruire insieme a loro un progetto dedicato ad insegnare il valore dell'acqua e il controvalore dello spreco? Non è una questione di (sacrosanto) rispetto delle regole ma di buon senso, anche politico. E di umanità, leva e fine di ogni azione politica, che insieme alla solidarietà a Paderno non è mai mancata».
La replica
E, se da una parte l'assessore alla sicurezza Alessandro Ciani da giorni si nega a noi, dall'altra fa sentire la sua voce la capogruppo della Lega in consiglio comunale, Lorenza Ioan. «Oltre che consigliere comunale sono anche residente poco lontano dal campo rom e quindi solidarizzo e confermo ciò che raccontano i miei concittadini», scrive in una nota. Per la Ioan, il punto principale delle'argomentazione di Pirone, ovvero che l'attuale giunta dovrebbe percorre la via del dialogo e non quella dello scontro, non si regge in piedi. «Francamente mi è difficile accettare consigli da chi ha amministrato per anni Udine, ricoprendo anche ruoli in Giunta e che ha avuto tutto il tempo di gestire lunghi dialoghi e mediazioni per risolvere la situazione. Non mi sembra che siano stati così efficaci, le evidenze parlano da sole». E continua. «Se per il consigliere Pirone dialogare significa scendere a compromessi con una situazione insostenibile da decenni dove non c’è la volontà delle parti di comportarsi come è richiesto a tutti i cittadini onesti e rispettabili, cioè nel rispetto della legalità e del vivere civile, allora dico chiaramente che non siamo disposti a farlo!»
«Certo che sono inaccettabili i roghi, le aggressioni alla Polizia Locale e i vandalismi ma se per farli smettere ci chiedono di continuare a fare quello che vogliono ai danni della comunità udinese , noi ci opporremo fermamente.
L’unica via da seguire è quella del rispetto della legalità, se i ROM sono disposti a dialogare partendo da questo presupposto, ben venga, altrimenti è nostro dovere usare ogni mezzo legale per perseguirli, con l’aiuto delle autorità competenti», conclude la consigliera leghista.