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Oasi dei Quadris, la gestione è in pericolo: una petizione per salvarla

Attivata una sottoscrizione online per convincere il Comune di Fagagna a rinnovare la convenzione con l'associazione Amici dell’Oasi dei Quadris, che si occupa degli animali da anni

In pochi giorni sono state già raccolte più di mille e 200 firme in una petizione online su change.org per convincere il Comune di Fagagna a desistere dal proposito di togliere la gestione dell’Oasi dei Quadris, un piccolo gioiello faunistico che ospita cicogne, ibis e altre colonie di animali selvatici, all'associazione Amici dell'Oasi dei Quadris. Secondo quanto riportato, l'amministrazione comunale ha deciso di affidare ai propri dipendenti e a una cooperativa la gestione dell’oasi già dal prossimo mese.

I fatti

Un fulmine a ciel sereno per il presidente dell’associazione Enzo Uliana che non si dà pace per quanto sta accadendo. “Il Comune ci ha semplicemente comunicato che non ci avrebbe rinnovato la convenzione salvo poi mandare una mail il 29 giugno per prorogare l’impegno ancora per un mese, fino al 31 luglio 2022” ci ha riferito  Uliana. “Ho dichiarato che sono disponibile a tutto, anche a dare le mie dimissioni se può essere d’aiuto – afferma – ma non sono ancora riuscito a incontrare il sindaco o qualcuno del Comune di Fagagna per cercare di sistemare le cose”. I volontari dell’associazione sono molto preoccupati perché affidare gli animali a persone che non conoscono le specie, soprattutto in questo periodo di siccità, è molto pericoloso. Si potrebbe mettere a repentaglio la loro sussistenza non riconoscendo i sintomi legati al caldo, disidratazione e al proliferare di alcuni microrganismi dovuti al surriscaldamento delle acque. 

Cosa è successo

Secondo il presidente Uliana i problemi sarebbero sorti quando l’associazione su indicazione di alcuni agenti del corpo delle guardie forestali ha cercato di mettersi in regola con le normative comunitarie recepite dallo Stato italiano nel 2005 sui giardini zoologici. Secondo la legge, “qualsiasi struttura pubblica o privata con carattere permanente e territorialmente stabile, aperta e amministrata per il pubblico almeno sette giorni all’anno, che espone e mantiene animali vivi di specie selvatiche, anche nati e allevati in cattività, è un giardino zoologico”. Afferma Uliana: “In un primo momento abbiamo chiesto autonomamente l'esenzione da diventare giardino geologico ma ci è stata rigettata. Forse avevamo sottovalutato la questione. Allora abbiamo coinvolto il Comune di Fagagna perché la cosa stava diventando più grande di noi. In un primo tempo si è deciso di percorrere la strada per diventare giardino zoologico. L’amministrazione comunale ha nominato un tecnico esperto per avere un supporto. Poi ne ha nominato un secondo. A quel punto sono cambiate le carte in tavola. Si è deciso di formare un tavolo tecnico scientifico per riuscire a trovare l’esenzione da giardino zoologico. Questo comporterebbe dei cambiamenti sostanziali nella struttura dell’oasi”. E aggiunge: “Noi eravamo d’accordo con il Comune qualsiasi strada avesse voluto percorrere. Il nostro unico obiettivo era continuare ad accudire gli animali”. Da qui una serie di fraintendimenti sul numero degli animali, sulle specie non selvatiche che però vivevano nell’oasi come oche, anatre e pavoni, ad esempio. ”Non capisco il perché di tutto questo” conclude Uliana. E lancia un appello alle istituzioni “Vorrei solo parlare direttamente con qualcuno per poter trovare un accordo, vedere di appianare le divergenze. L’associazione Amici dell’Oasi dei Quadris ha tutte le intenzioni di continuare ad occuparsi degli animali, ci teniamo veramente. Speriamo che entro il 31 luglio si trovi il modo di risolvere questo che, secondo me, è solo un malinteso”. Chissà che anche la raccolta delle firme della petizione online possa giocare un ruolo chiave per aprire il dialogo e salvaguardare i volatili ospitati nell’oasi di Fagagna.

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