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Cronaca

Cronici e non autosufficienti, i pensionati chiedono un tavolo

Appello unitario di Cgil-Cisl-Uil: “Potenziare servizi sul territorio, la risposta non è l’ospedale”

«Se la presa in carico dopo le dimissioni dall’ospedale è una delle grandi criticità da affrontare, come ammette lo stesso assessore alla Sanità, è evidente che la risposta va cercata nel rafforzamento dei servizi territoriali. Quel rafforzamento che costituiva uno dei principali obiettivi della riforma del 2014». Le segreterie regionali dei sindacati pensionati Spi Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil commentano così le dichiarazioni dell’assessore regionale Riccardo Riccardi in merito alla crescita delle “migrazioni” di pazienti fuori regione. Migrazioni che, secondo l’esponente della Giunta, sono legate anche alle lacune del nostro servizio sanitario in materia di riabilitazione post-ricovero.

La preoccupazione

I rappresentanti delle tre sigle non nascondono la propria preoccupazione per l’esito del percorso di riforma avviato dalla nuova Giunta. «Non sappiamo quali saranno i correttivi e le priorità – dichiarano i segretari regionali Ezio Medeot (Spi-Cgil), Renato Pizzolitto (Fnp-Cisl) e Magda Gruarin (Uilp-Uil) – che verranno individuate alla luce del lavoro dei saggi, ma l’obiettivo fondamentale, a nostro avviso, deve restare lo spostamento del baricentro dagli ospedali al territorio per garantire la continuità di cura. Ci aspettiamo pertanto che le scelte della Giunta siano coerenti con le criticità evidenziate dallo stesso assessore, a partire dalla consapevolezza che il ricovero ospedaliero non può essere la risposta, o perlomeno non l’unica, alla crescente diffusione della non autosufficienza e delle patologie croniche connesse con l’invecchiamento della popolazione».

Non autosufficienti e cronici, i numeri 

A supporto dell’appello i numeri sulla diffusione delle patologie croniche. «L’ultima rilevazione Istat relativa al Nordest – spiegano ancora Medeot, Pizzolitto e Gruarin – ci dice che il 40% gli ultrasessantacinquenni è affetto da almeno una malattia cronica grave, quindi oltre 120mila anziani in regione, e il 21,5% soffre di gravi limitazioni motorie. Oltre 30mila over 65, inoltre, sono totalmente non autosufficienti, perché incapaci di svolgere le attività primarie senza assistenza. È evidente che questi numeri non si possono continuando ad aumentare nel tempo la quota di ricoveri ospedalieri, ma adeguando la rete delle strutture socio-sanitarie e residenziali.

Il tavolo

Da qui la richiesta di un tavolo permanente di monitoraggio e proposta, aggiuntivo a quello previsto per il confronto sulla riforma sanitaria, «per individuare – concludono Spi, Fnp e Uilp – le priorità da affrontare in materia di politiche specifiche per gli anziani e per i non autosufficienti: gli interventi per la prevenzione delle patologie legate all’età attraverso la promozione di più corretti stili di vita, come previsto dalla legge regionale 22/2014 sull’invecchiamento attivo, il ruolo dei medici di base, gli obiettivi specifici in materia di assistenza domiciliare, case di riposo e potenziamento dei servizi assistenziali e socio-sanitari, l’entità della dotazione di cura necessaria per garantire un’efficace azione socio-sanitaria, il possibile varo di un’attività di guida e tutoraggio nella fruizione dei servizi-socio sanitari di cura alla persona».

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