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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Piazza Paolo Diacono

Sotterraneo in scena ieri sera al Palamostre con "Overload", premio Ubu 2019

Un viaggio comico alla scoperta delle fake news e del mondo dell'ipertestualità

Quanto dura l’attenzione di un pesce rosso? Dieci secondi. E quella di un essere umano? Nove. Incredibile, inquietante, falso. Overload, spettacolo della compagnia Sotterraneo vincitore del premio Ubu 2019 in scena al Palamostre per Teatro Contatto 37, nasce da una riflessione su una fake news. I nove secondi, in realtà, rappresentano la soglia di attenzione umana su una pagina web: se state leggendo queste parole, potrei essermi giocato bene le mie carte. 

Sotterraneo scava dentro le soglie di attenzione, le viviseziona indagandone le caratteristiche partendo dalla scrittura ipertestuale ante litteram di David Foster Wallace e, con il suo inconsapevole aiuto, trascina il pubblico in un’analisi surreale dei collegamenti rapidi. 

Le nuove modalità di fruizione delle informazioni hanno modificato profondamente i comportamenti umani e, con essi, l’intera struttura della società. Il principio della distrazione è semplice: se cerchi, ad esempio, la data di nascita di David Foster Wallace su internet sarai senz’altro attratto da qualche  link. Tre ore dopo è possibile ti ritrovi a leggere un articolo sui combattimenti di galli senza ricordarti da cosa sei partito e come ci sei arrivato. Cos’è che cercavi? Qualcosa su uno scrittore, forse Stephen King, chissà. 

Overload è un viaggio incalzante e interattivo nell’ipertesto, nell’analisi superficiale della realtà che caratterizza in particolar modo le nuove generazioni native digitali ma dalla quale nessuno è totalmente immune. Gli attori in scena tessono una trama che sovraccarica il pubblico, lo mantiene attento distraendolo e lo rende consapevole della semplicità con cui è possibile distrarlo.

L’effetto è spesso divertente ma si sta ridendo di comportamenti in cui ci si riconosce, si sta ridendo di se stessi e del proprio rapporto con le migliaia di realtà parallele in cui ogni giorno, inevitabilmente, ci si perde.

Ce la facciamo a leggere quaranta pagine di un libro senza mai deconcentrarci? Vent’anni fa era più semplice. Sotterraneo non vuole criticare o giudicare, si limita a palesare il cambiamento digitale della società e la conseguente modifica dei nostri meccanismi mentali: vent’anni fa era più semplice leggere quaranta pagine senza distrazioni, chissà cosa succederà tra altri venti. 

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