Da ristorante cinese a osteria: il ritorno alle origini di un locale del centro
Il "Bacaro risorto" lascia via Aquileia e si sposta nello spazio della Vecchia Pescheria in piazza XX settembre, dove era stato aperto un ristorante prima cinese e poi giapponese
L'emergenza sanitaria ha cambiato la vita di tutti noi, chi più e chi meno, ma una cosa è certa: per tutti è evidente che lo spazio è fondamentale. Anche per questo motivo, la cicchetteria veneziana il "Bacaro risorto" ha deciso di trasferirsi dal piccolo locale di via Aquileia in uno più grande. La nuova casa dell'amatissima cicchetteria sarà in piazza XX Settembre, negli spazi della Vecchia Pescheria, dove fino a un anno fa trovava posto il ristorante giapponese Osaka e, prima di lui, uno degli storici ristoranti cinesi della città.
La decisione
Ad annunciare il trasferimento era stata qualche settimana fa la stessa titolare del Bacaro, Tatiana Petris, senza però rivelare la nuova destinazione. Il motivo è soprattutto l'esigenza di avere più spazio per e tra i tavoli, anche a seguito delle normative anti Covid-19. Il Bacaro infatti è diventato nel tempo un locale amatissimo da molti udinesi e non solo: in via Aquileia, però, i coperti sono pochi, perché lo spazio è piccolo e all'esterno trovano posto solo un paio di tavolini. Inoltre l'idea è quella di unire le due attività della cicchetteria: da una parte l'osteria e dall'altra la gastronomia. Attualmente il "Bacaro in borsa", così si chiama la gastronomia, trova spazio nella galleria che da via Aquileia porta in via Benedetto Croce e rimane aperta solo al mattino per motivi di sicurezza: con il trasferimento in piazza XX Settembre, nel nuovo locale, ci sarà posto per entrambe le attività. Più tavoli, più spazio, più cibo da asporto.
La storia della Vecchia Pescheria
Il locale di piazza XX Settembre è uno di quelli che ha visto passare tra le sue mura un pezzo di storia di Udine. Nel 1968 alla Vecchia Pescheria si riuniva il comitato studentesco dell'Università, dove si organizzavano le manifestazioni. Chi se la ricorda, racconta di un'osteria fumosa, con il doppio ingresso perché si usciva anche su Largo Ospedale Vecchio, che oggi sarebbe utile per le questioni sanitarie, al tempo per scappare da polizia e spie. L'osteria è rimasta chiusa per alcuni anni, poi è stata rilevata dai fratelli Spadaccini, abruzzesi, che hanno fatto cucina italiana. Gli spadaccini avevano creato un posto dove poter andare a bere un bicchiere e mangiare un buon piatto di pasta, rimasto felicemente in attività per tutti gli anni '90. Poi è entrata la gestione dei ristoratori cinesi e, negli ultimi anni, giapponesi. Ora la storia sembra fare un cerchio: il locale torna a essere osteria, in un momento in cui è più facile vedere succedere il contrario, con l'apertura di molti ristoranti di cucina giapponese. Non che ci sia nulla di male, anzi. Ma noi prendiamo questa apertura come un buon auspicio, non solo per i titolari, ma anche per il centro di Udine e, in particolare, di una piazza ancora in cerca della sua identità.
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