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Giovedì, 28 Marzo 2024
Operazione Blacksteel

Traffico illecito di rifiuti e riciclaggio, sequestrati 90 milioni

La maxi operazione è stata messa in atto tra Lombardia, Piemonte, Calabria e Germania

Una maxi operazione contro il traffico illecito di rifiuti e il riciclaggio, denominata “Blacksteel”, è scattata all’alba di mercoledì 15 febbraio, con perquisizioni e arresti effettuati con il supporto di Europol, tra Lombardia, Piemonte, Calabria e Germania. Gli interventi si sono resi necessari dopo le indagini della squadra investigativa internazionale su episodi di traffico illecito internazionale di rifiuti, riciclaggio e su un vorticoso giro di false fatturazioni. L'inchiesta ha visto una costante collaborazione delle autorità giudiziarie e di polizia tedesche, in sinergia con i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Milano, coordinati dalla procura meneghina. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri gli indagati sarebbero responsabili dei reati di associazione a delinquere, traffico illecito di rifiuti, riciclaggio, auto riciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false, emissione di fatture per operazioni inesistenti. Disposto il sequestro di beni del valore complessivo di circa 90 milioni di euro, somma ritenuta equivalente ai profitti illeciti dell’associazione criminale, che solitamente venivano reinvestiti nello stesso traffico illecito di rifiuti o in altre attività lecite.

Misura cautelare

I carabinieri del gruppo per la Tutela ambientale e la transizione ecologica di Milano, con il supporto di militari dei comandi provinciali carabinieri competenti per territorio, di personale Europol e della polizia tedesca (Bka), hanno dunque dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip di Milano nei confronti di 18 persone (6 ordini di custodia cautelare in carcere, 8 arresti domiciliari e 4 sottoposti all’obbligo di dimora presso il comune di residenza) ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (rifiuti speciali costituiti da rottami ferrosi ed altri rifiuti speciali anche pericolosi, auto-riciclaggio, riciclaggio, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Le persone coinvolte

Tra le 34 persone per cui il Pm ha richiesto inizialmente la misura cautelare della custodia in carcere c’è anche il 52enne udinese Alessandro Casini, indagato come legale rappresentante della R Casini Srl di via Paderno 3, a Tavagnacco, operante nel settore del commercio e recupero di rottami ferrosi e non ferrosi. La misura cautelare è stata però rigettata: dalle motivazioni del giudice  si evince che non vi sono – almeno per ora - gli elementi per il perfezionarsi dei delitti ipotizzati dal Pm nei confronti di Casini, ovvero che lo stesso fosse conoscenza di una struttura organizzata finalizzata al traffico (anche transfrontaliero) di rifiuti e alla commissione di reati tributari. Per il giudice, inoltre non c’è alcuna prova che Casini abbia operato in accordo con altri titolari di ditte né che conoscesse la rete di società costituite all'estero e che quindi la sua condotta possa aver contribuito alla realizzazione di un programma criminoso. L’attività di indagine non consente di affermare che, nonostante alcune irregolarità riscontrate, i quantitativi movimentati dall’impresa di Casini fosse ingenti e per questo anche la sua società non è stata destinataria di alcuna misura. 

 
 

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