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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Open Fiber, allerta sui possibili danni per la posa della fibra ottica in città

Il consigliere del M5s, Domenico Liano, chiede al Comune di fare attenzione sulle modalità dei lavori e sui subappalti degli scavi. Il vicesindaco Michelini: "Pronti con la richiesta danni"

Interrogazione a risposta scritta da parte del consigliere comunale Domenico Liano del M5s in merito ai lavori della messa in opera dell'infrastruttura Open Fiber nella zona di Udine nord. Il consigliere ha rilevato alcune irregolarità nella risistemazione del manto stradale seguita agli scavi necessari per la posa della fibra ottica ad alta velocità. Nei rattoppi eseguiti in svariate parti della città (visibili in viale Tricesimo, via Tarcento, Piazza Medaglie d'Oro, via Cantone, via Monte Grappa, via Gorizia, via Maestri del lavoro, via Brazzacco, via Feletto) Liano spiega di aver notato diverse irregolarità che potrebbero causare danni a cose e persone e diversi scavi effettuati in strade da poco asfaltate. Per questo ha chiesto spiegazioni al vicesindaco Michelini. Nello specifico ha chiesto l'esatta natura dei lavori effettuati e i nomi delle ditte responsabili dei vari cantieri aperti. Inoltre, il pentastellato ha chiesto di verificare la possibilità di applicare eventuali sanzioni qualora si verificassero inadempienze e danni.

Open Fiber, allerta sui possibili danni per la posa della fibra ottica in città

Responsabilità

I lavori per cablare la città con la banda ultra larga (BUL) sono riconducibili alla società delll'Enel denominata "Oper Fiber" che a sua volta appalta e subappalta i cantieri ad altre società esterne che procedono in base al cronoprogramma definito dal Comune. Il vicesindaco Michelini ha spiegato che il Comune ha avvallato gli interventi ritenendoli utili e di pubblica utilità ma a patto che siano eseguiti a regola d'arte seguendo le indicazioni e le tempistiche fornite dal suo assessorato. Gli scavi sono stati il più possibile programmati per evitare la perforazione di strade da poco riasfaltate, ma se in molte vie è stato impossibile evitarlo, in alcune arterie o carreggiate l'asfaltatura è stata posticipata appositamente (è il caso ad esempio di viale Ungheria, via Caccia e viale Volontari della Libertà).

Richiesta danni

In realtà, ha confermato Michelini, queste società spesso "fanno un po' quello che vogliono, come nel caso verificatosi in via Planis quando il capocantiere, pur di non attendere la rimozione di un'auto in divieto di sosta, ha deciso in autonomia una deviazione al tracciato". Per quanto riguarda quel caso, la società si è scusata, ma il Comune ha in mente comunque di procedere con una contestazione a fine lavori, così come verrà fatto per tutti quei rattoppi  e ritombamenti che non risulteranno a regola d'arte. "O li metteranno a posto, o pagheranno i danni - avverte Michelini-, al costo di obbligarli a riasfaltare tutto il tratto stradale di competenza. Mi riservo di mettere in discussione anche la fideiussione. Basta, mettiamo dei paletti. La fibra ci serve, quindi gli lasciamo lavorare, ma fra 6 mesi le scuse non basteranno più. Ricordo, infatti, che dopo i 6 mesi di assestamento previsti per ogni rattoppo, la società che ha effettuato gli scavi è tenuta a riasfaltare, verificare e a migliorare lo stato del manto stradale. Il Comune non transigerà eventuali errori o mancanze - ribadisce il vicesindaco-. Non appena termineranno i circa cinquanta interventi (in teoria entro dicembre 2018) e scadranno i mesi di assestamento previsti, i tecnici e l'amministrazione comunale verificheranno la qualità dell'asfalto". 

Problema dei subappalti

Sono però molte, troppe, le difficoltà che sta verificando il Comune a causa di questa interminabile cablatura. Quella maggiore sta nel trovare un interlocutore diretto con cui rapportarsi per richiedere eventuali modifiche o responsabilità. Questo proprio a causa dei numerosi subappalti che Open Fiber ha eseguito per l'esecuzione della cablatura. "Spesso - afferma il vicesindaco-  anche per noi è difficile anche solo metterci in contatto telefonico con la ditta che scava. Ma i conti li faremo comunque a bocce ferme - conclude Michelini-, ovvero quando finiranno i lavori".

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