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Cronaca Via Buttrio / Via Buttrio

Omicidio Sacher: sfuma l'ipotesi che ci fosse una terza apersona

Pare che, in base alle testimonianze raccolte fino a ora e ai riscontri delle indagini, le ragazze abbiano davvero realizzato tutto da sole. I dubbi rimangono sul movente e sul luogo del delitto

Proseguono le indagini sull'omicidio di Mirco Sacher. Ieri sono stati sentiti ancora amici, parenti e compagni di scuola delle due 15enni, per capire meglio la situazione. Alcune versioni sono state contrastanti, ma gli investigatori cercano una linea comune, in modo da riuscire a risolvere questioni che aiuterebbero molto lo sviluppo della situazione.

Primo fra tutti resta da capire di che natura fosse il rapporto delle ragazze col 66enne e che frequenza e ragione avessero le dazioni in denaro dell'anziano. Altro nodo da sciogliere è quello che riguarda il luogo del delitto. Pare infatti molto strano che Sacher abbia guidato fino alla strada di via Buttrio per commettere violenza. Perchè non l'avrebbe fatto in casa, lontano da occhi indiscreti? Al riguardo, in base alle testimonianze e alle dinamiche del fatto, è sempre meno consistente l'ipotesi che ci fosse una terza persona assieme alle due quindicenni.

VIDEO: INTERVISTA AL FIDANZATO DI UNA DELLE RAGAZZE

Prosegue comunque la perizia sui telefonini e sui computer delle due adolescenti. Il personale della scientifica sta setacciando anche la Fiat Punto dell'uomo e analizzando gli effetti personali trovati al suo interno, tra cui alcuni estratti conto bancari.

Nel mentre i difensori di una delle due 15enni, Luigi Francesco Rossi e Federica Tosel, hanno avviato una serie di indagini difensive parallele. I legali vorrebbero sottoporre la propria assistita a un“test della verità”, una serie di prove per accertare la maturità cognitiva della ragazza. Lo cosa è stata elaborata dal professor Giuseppe Sartori dell'Università di Padova, a cui è stata chiesta una consulenza.
 
 

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