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Gatti randagi

"Buttati al vento 40mila euro per la nuova oasi felina di via Nodari", le volontarie rifiutano di portarci i gatti

Secondo Claudia Gremese, una delle persone che si occupa da anni dei randagi che vivono nel comune di Udine, i lavori non sono stati fatti a dovere. “Dal sindaco solo promesse”

Dopo l’annuncio della conclusione dei lavori da parte del Comune per la realizzazione della prima oasi felina chiusa della città, i cui lavori che sono costati 40 mila euro, ancora nessun gatto è stato trasferito nella struttura.

Nasce la prima oasi felina chiusa di Udine

Il motivo ce lo spiega Claudia Gremese, una delle volontarie impegnate nella cura dei randagi che vivono nel comune di Udine: “Nell’oasi felina chiusa di via Nodari hanno sbagliato di fare l’antiscavalco e i gatti possono uscire allegramente. Nessuna volontaria metterà nessun gatto finché non verranno fatti i lavori per metterla in sicurezza”. La donna si è anche rivolta alla Corte dei conti.

Cosa è successo

Secondo le volontarie che dovrebbero occuparsi dell’oasi felina chiusa di via Nodari, la struttura non presenta le caratteristiche minime di sicurezza previste dal Regolamento regionale in materia. Claudia Gremese afferma di aver già sollevato il problema contattando via email l’amministrazione comunale rivolgendosi direttamente alla  consigliera delegata agli animali, Claudia Basaldella, ai tecnici del Servizio interventi di riqualificazione urbana e anche all’assessora all’Ambiente Silvana Olivotto, oltre all’azienda sanitaria e all’anagrafe canina. La volontaria afferma: "“Ho segnalato la questione a chi di dovere. I gatti per loro natura tendono a girovagare in un territorio intorno a quella che loro eleggono come casa. E quindi tendenzialmente vanno in giro. Se aggiungiamo che in questa oasi verrebbero messi gatti che provengono da altre zone, è ancora più facile che tentino la fuga per ritrovare la strada di casa. Le barriere dell’oasi non sono sicure e non rispettano le indicazioni del Regolamento disposto dalla Regione per la realizzazione di barriere antiscavalco. Alle mie missive nessuno ha mai risposto. Nonostante numerosi solleciti. Per tanto ho deciso di rivolgermi alla Corte dei conti a cui ho scritto in merito”. E aggiunge: “Anche la mia mail al protocollo del Comune a cui ho inoltrato la missiva all’organo di controllo è rimasta senza risposta”. Per sistemare la barriera potrebbe bastare un investimento di qualche migliaio di euro, forse meno, ma sembra che nessuno sia interessato a risolvere il problema.

La situazione gatti randagi a Udine

Pare che questa mancanza di feedback da parte delle istituzioni non sia una novità. “La situazione del randagismo dei gatti è quasi fuori controllo a Udine. Ci sono colonie feline ingestibili con anche 40 gatti. Davvero troppi”. La Gremese ci racconta di avere avuto un incontro con il sindaco di Udine Pietro Fontanini il 4 marzo scorso. “Abbiamo fatto presente a Fontanini tutti i problemi: la crescita esponenziale del numero di gatti, le difficoltà delle volontarie di accudirli perché non si sa bene chi debba occuparsi  del recupero ,cure e degenza per i gatti liberi sul territorio. Abbiamo difficoltà anche con il veterinario convenzionato con il Comune. Chiude alle 18, non opera nel week end  e soprattutto non fa le degenze notturne”. Secondo la Gremese il sistema non funziona e lo hanno fatto ben presente al primo cittadino. In quell’incontro Fontanini ha promesso di trovare soluzioni in breve tempo. Ma poi nulla di fatto. Nessun progresso. “Sono stati spesi soldi per creare un’oasi che non possiamo usare. Senza contare tutte le altre questioni. La legge dice che tutti gli animali sul territorio bisognosi di cure devono essere recuperati 24 ore su 24 – afferma la volontaria -. Ma questo non può essere esclusivamente a carico delle volontarie che spendono non solo il loro tempo ma anche i loro soldi proprio per i gatti randagi della città”. Secondo le stime stiamo parlando di centinaia  di gatti e un pugno di volontarie che ormai sono allo stremo. La donna conclude “Non riusciamo a sostenere tutte queste emergenze. Gattini che nascono continuamente in ogni colonia perché le gatte non vengono catturate e sterilizzate. Gatti malati e invalidi, bisognosi di cure. Per non parlare della crescita dei costi per cibo e  medicine. Dalle istituzioni abbiamo ricevuto solo vaghe promesse. Non veniamo ascoltate, non ci vengono date risposte o addirittura veniamo zittite e la nostra pazienza ormai è finita”.  

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