"Nessuna polemica, solo rammarico". Nei giorni scorsi Time for Africa, nella persona del suo presidente Umberto Marin, ha raccontato lo stupore per non essere tra i protagonisti della manifestazione “La notte dei lettori”. Marin, che in passato partecipò con la sua associazione all'iniziativa, si è dichiarato escluso. La replica dei direttori artistici della manifestazione, Martina Delpiccolo e Paolo Medeossi, ha negato questo provvedimento. Si sarebbe trattato di una mancata adesione da parte di Marin che, a detta loro, avrebbe potuto far riferimento alla Biblioteca Joppi e così inserirsi nella costruzione partecipata delle serate dedicate alla lettura. Umberto Marin, in realtà, sostiene di essersi interessato all'iniziativa senza contattare direttamente l'organizzazione, rimanendo alla fine in un limbo d'attesa che ha procurato un nulla di fatto. Indubbia, quindi, la sua delusione per non aver seguito la strada giusta, forse la più facile, ossia scrivere ai direttori artistici di proprio pugno, senza intermediazioni. Ma tant'è.

I chiarimenti sul compenso di Martina Delpiccolo

«Al tempo stesso – spiega Marin – non credo che si possa archiviare la questione come errore procedurale o di comunicazione, laddove per comunicazione dobbiamo intendere la trasmissione di un messaggio da un emittente ad un ricevente con la prova che tale messaggio venga effettivamente ricevuto. Time for Africa è una realtà cittadina che riunisce circa 300 associati e opera nel campo della cooperazione e dell'inclusione degli stranieri e dei meno fortunati da oltre 20 anni. Vanta una biblioteca con più di 3000 volumi, romanzi e saggistica di autori africani o che di Africa parlano. Ogni anno Time for Africa offre alla cittadinanza circa 15 presentazioni di libri, nell'ambito della Manifestazione “Dialoghi interculturali nel Friuli che cambia” o in occasione di serate dedicate svolte in collaborazione con il Centro Balducci, la Libreria Friuli ed altri partner. I volumi della Biblioteca dell'Africa sono disponibili per il prestito, poiché inseriti nel sistema Opac, e la sede associativa che li custodisce, in Borgo Stazione, rappresenta un baluardo culturale in un quartiere che risente di cattiva fama e povertà di iniziative volte a migliorarne il volto. Pertanto – conclude Marin –, se da un lato avrei dovuto tempestivamente e chiaramente aderire per le vie previste alla manifestazione, d'altro canto mi chiedo come sia possibile che non sia stato invitato a farlo»,