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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Centro / Piazza Matteotti Giacomo, 24A

Oggi sono 95 anni dalla morte di Giacomo Matteotti, l'uomo a cui è dedicata la piazza più famosa di Udine

Il salotto buono della città porta tre nomi, uno dedicato alla chiesa, uno al mercato che si svolgeva il sabato e uno al politico assassinato nel 1924 dai fascisti

Un vero udinese sa che raggiungendola si sentirà a casa. Stiamo parlando di piazza San Giacomo, il cosiddetto "salotto buono di Udine". È proprio qui che, circondati dai quattro lati della piazza, tra case, negozi, bar e - ovviamente - davanti all'omonima chiesa di San Giacomo, che si repsira tutta l'udinesità possibile.

I nomi della piazza

Come (quasi) tutti sanno, però, la piazza non ha un solo nome, bensì tre. Il primo, riconosciuto e usato da tutti, porta il nome della bella chiesa dedicata a San Giacomo, una delle più antiche della città, poco distante dalla quale si trovano la colonnina con la statua della Vergine Maria con bambino del 1487, scolpita da un artista di scuola lombarda, e un pozzo ottagonale chiamato Lanterna di Diogene. Eretta nel 1378, la facciata della chiesa fu realizzata in pietra d'Istria su progetto di Bernardino da Morcote all’inizio del cinquecento mentre la Cappella delle Anime con le statue delle quattro virtù cardinali, che sorge a lato prolungandone lo sviluppo prospettico, fu aggiunta verso la metà del 1600. Sulla torre compare il grande orologio, il primo pubblico di Udine, mentre sul poggiolo con l’altare esterno si celebrava la Messa durante il mercato del sabato, cosicché i mercanti potessero ascoltarla. Proprio il mercato dà il secondo nome, "piazza delle Erbe" o come veniva chiamata nel medioevo "piazza del mercato nuovo". 

Giacomo Matteotti

Ma piazza San Giacomo porta anche il nome di Matteotti, Giacomo anche lui, ma  - evidentemente - non lo stesso da cui prende nome la chiesa. Il toponimo fu cambiato nel secondo dopoguerra, a ricordo dell'intellettuale ucciso dai fascisti il 10 giugno 1924. Proprio oggi, dunque, ricorrono i 95 da quel triste giorno. Giacomo Matteotti era nato in un paese veneto al confine con l'Emilia Romagna, Fratta Polesine, e a 39 anni era giù un politico fatto e finito, a capo del Partito Socialista Unitario, intransigente e appassionato. Grazie a queste caratteristiche si era fatto conoscere in tutto il parlamento italiano, visto che con ardore e competenza non mancava di criticare politici e presidenti del Consiglio quando, secondo lui, non svolgevano bene il loro lavoro.

La sua uccisione

Matteotti venne assassinato a bordo di un'auto che lo sequestrò fuori dalla sua casa romana da un manipolo di uomini capitanato da un certo Amerigo Dumini, assoldato da Benito Mussolini. Il motivo dell'omicidio non è mai stato chiarito del tutto, anche se ci sono due ipotesi che convergono entrambe sulla tesi che Matteotti doveva essere messo a tacere. La prima è che i fascisti volevano impedire che Matteotti denunciasse la corruzione del regime coinvolto in un giro di tangenti per un affare con una compagnia petrolifera inglese, in cambio del diritto di sfruttare il petrolio italiano. La seconda, invece, si basa sulla tesi che Matteotti dovesse essere punito per il celebro discorso del 30 maggio, in cui chiedeva di invalidare le elezioni politiche vinte dai fascisti con dei brogli elettorali. Ucciso il 10 giugno, il suo corpo fu ritrovato solo due mesi dopo, ma gli assassini vennero scoperti subito grazie a numerosi testimoni che assistettero al processo.

La piazza

Questa piazza, qualsiasi sia il nome che si scelga di darle (e a questo punto ognuno avrà il suo preferito), rimarrà sempre e comunque il cuore del centro storico di Udine. Sedendosi al suo centro, ai piedi della fontana progettata da Giovanni da Udine ed eseguita dal Mastro Cipriano nel 1543 e che un tempo si collegava a quella di piazza Libertà attraverso un ingegnoso acquedotto sotterraneo, si possono osservare quasi otto secoli di passato, ma anche tutto il presente della città. 


 

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