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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

"Il canone Rai non va pagato sui computer. E' una richiesta infondata"

La Confapi Fvg riporta la preoccupazione nelle imprese della Regione per le richieste di pagamento del canone RAI per i computer aziendali e indirizzate in modo indiscriminato a tutte le imprese iscritte alla Camera di Commercio: "Si vuole tassare gli strumenti di lavoro che gli imprenditori utilizzano per l'attività d'impresa e non certo per guardare i programmi RAI"

La richiesta della RAI rappresenta “un’ingiusta e ulteriore vessazione con cui si vuole tassare gli strumenti di lavoro che gli imprenditori utilizzano per l’attività d’impresa e non certo per guardare i programmi Rai”. La Confapi Fvg riporta la preoccupazione nelle imprese della regione per le richieste di pagamento del canone RAI per i computer aziendali, sulla base del regio decreto 246 del 1938, una norma che prevede una tassa a carico dei soggetti che detengono uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive; tra questi rientrano anche i computer che le aziende utilizzano per lavoro, che sono in effetti dotati di questi dispositivi di ricezione, ma le aziende non ne fanno ovviamente uso, essendo essi utilizzati per finalità esclusivamente di lavoro.

La richiesta è indirizzata in modo indiscriminato alle imprese iscritte alla Camera di Commercio e sta creando molta confusione e preoccupazione, anche perché nell’obbligo potrebbero rientrare altri strumenti, ad esempio come i sistemi di videosorveglianza. Confapi FVG ha scritto al Ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, per avere dei chiarimenti sull’argomento; Confapi FVG critica oltre al merito anche il metodo con cui si è proceduto a richiedere il cosiddetto “canone speciale” mediante l’invio “a pioggia”, che ha disorientato le imprese destinatarie le quali, anche se non obbligate, devono comunque attivare delle procedure per certificare di non dover corrispondere la tassa in questione.

Nella missiva viene chiesto di annullare le richieste in questione e di rettificare, se necessario, la legge del 1938 per escludere dalla tassazione le imprese che detengono ed utilizzano strumenti potenzialmente atti alla ricezione del segnale RAI ma che non vengono utilizzati per tal fine, bensì esclusivamente per lavoro. Già un paio di anni fa la RAI aveva adottato lo stesso comportamento suscitando le proteste del mondo imprenditoriale, tanto che era intervenuto l’allora Ministro Passera per escluderne il pagamento. Confapi FVG, in attesa di chiarimenti, invita i propri Associati a non provvedere al pagamento del canone speciale, ritenendo tale richiesta infondata.

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