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Cronaca

Stop al pesce fresco in tavola, a rischio le grigliate di agosto

Da oggi pescatori bloccati, dal Friuli Venezia Giulia alla Puglia, per più di un mese

Dal 31 luglio scatta l'annuale fermo pesca ministeriale. Un provvedimento che impedirà ai pescatori del Friuli Venezia Giulia di svolgere la propria attività fino al 5 settembre. Il fermo pesca biologico viene stabilito nei periodi di riproduzione delle specie che troviamo sulle nostre tavole o al ristorante. Inoltre, si concentra principalmente sui sistemi di pesca invasivi proprio per garantire la salvaguardia della fauna marina.

Quest'anno i trentasei giorni di fermo pesca si sommano ai giorni di stop imposti dall'Europa. Senza contare il drastico calo dei consumi dovuti alla pandemia. Niente matrimoni, annullate le feste, zero catering: il blocco di queste attività ha colpito in modo incisivo le aziende ittiche mettendole ancora più in crisi.

A sostenere le ragioni dei pescatori, c'è il presidente del consiglio regionale Piero Mauro Zanin che ha affermato come l'economia del mare sia complessa e variegata ma per la nostra regione sia un punto fermo e un valore aggiunto irrinunciabile. Il presidente, pur comprendendo la necessità di salvaguardare il patrimonio marino dell'Adriatico, ritiene "quanto meno inopportuno decretare un fermo pesca ministeriale sul prodotto nostrano dal 31 luglio al 5 settembre, ovvero nel momento di maggiore afflusso di clientela, anche se limitatamente alla grande raccolta ittica mediante l'utilizzo di attrezzi trainanti". L'economia turistica è già pesantemente in sofferenza per la pandemia per cui il presidente auspicava "una sospensione di un provvedimento indubbiamente necessario in condizioni normali che, nell'attuale scenario emergenziale pandemico, poteva essere evitato o ritardato per consentire di soddisfare al meglio le richieste del mercato estivo".

 

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