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Cronaca

Nel segno di Giuditta: celebrati i 300 anni della resistenza adriatica contro gli Ottomani

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

NEL SEGNO DI GIUDITTA

Mentre saltano i negoziati tra UE e Turchia

a Udine si celebrano i trecento anni della resistenza adriatica contro gli Ottomani

Già in gennaio il cenacolo civista ed euroregionalista udinese aveva invitato il presidente veneto Zaia e il sindaco di Venezia Brugnaro a farsi carico di celebrare degnamente certe memorie. Non si era affatto trattato di un atto di rinnovata sudditanza nei confronti della Serenissima bensì di un gesto di fratellanza tra genti dell'area alpino-adriatica nel ricordo di un momento storico che vide fortunatamente unita la Mitteleuropa contro un'incombente minaccia levantina. Il 25 novembre, nel giorno clou della nota fiera di Santa Caterina a Udine, antico premio alla fedeltà del capoluogo friulano al Patriarcato di Aquileia contro Venezia, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic", pur notoriamente e fieramente legato ai fasti aquileiesi, ha voluto invece "inclusivamente" ricordare i tre secoli del cosiddetto "inno" veneziano "Salve invicta", oggi ripreso dai venetisti che ne hanno fatto un "ino nasional" della loro terra rivisitandone in "léngoa" madre il testo latino. Trattasi del brano finale dell'oratorio "Juditha triumphans", scritto da Iacopo Cassetti e musicato da Antonio Vivaldi per celebrare la valorosa resistenza di Corfù contro gli Ottomani, argine all'ennesima penetrazione della potenza turca in Europa. L'opera, dedicata all'eroina biblica Giuditta, paragonata alla Serenissima nell'atto di uccidere il generale Oloferne associato all'invasore levantino, fu presentata a Venezia proprio nel novembre 1716, per festeggiare lo scampato pericolo di un'avanzata ottomana in Adriatico. Si trattò di una vittoria non solo "veneta" ma in un certo qual modo "europea", poiché per affrontare il comune nemico allora Venezia e l'Impero asburgico si allearono: "esempio apprezzabile anche per i nostri giorni" ha detto il prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic, riunendo una rappresentanza del suo movimento presso l'artistico stallo ligneo, nel duomo di Udine, dove sedevano anticamente i Luogotenenti veneziani e dove non a caso è raffigurata anche la vicenda dell'epica Giuditta. Nel ricordare quei fatti storici, Travain non ha certo mancato anche di menzionare - quale rovescio della medaglia - le rivolte popolari seguite all'aumentata pressione fiscale, causa il finanziamento delle operazioni belliche, rivolte attestate nella stessa Udine e già commemorate dal Fogolâr Civic nel 2016, in occasione del Compleanno della Città. Molteplici le coincidenze culturali e politiche del piccolo momento commemorativo vissuto dal Fogolâr Civic. Da un lato, il richiamo ad un personaggio del Vecchio Testamento divenuto simbolo non solamente di resistenza nazionale ma anche di ribellione alla violenza sulle donne è coinciso proprio con la Giornata mondiale specificamente dedicata alla lotta contro tale piaga. A questo proposito, il critico d'arte Alfredo Maria Barbagallo ha ricordato lo storico caso della pittrice secentesca romana Artemisia Gentileschi, cui tra l'altro si deve una celeberrima rappresentazione della coraggiosa Giuditta. Dall'altro, l'oggetto principe dell'incontro sociale ovvero il ricordo della resistenza veneziana e asburgica contro i Turchi nel 1716 nonché dell'inno celebrativo della vittoria, non ha potuto non suscitare qualche emozione soprattutto di fronte alla contingente rottura delle trattative tra Unione Europea e Turchia in ordine all'aggregazione del Paese ottomano all'alleanza eurocomunitaria. "L'immagine di 'Giuditta trionfante' sul 'barbaro Trace' evoca le glorie delle principali metropoli storiche altoadriatiche, Aquileia prima, Venezia poi, in lotta contro veri o presunti invasori e tiranni apparsi sulla scena della Storia. Un richiamo, questo, che sembra trovare una sintesi eccezionale, incarnata localmente, nella figura di Odabella, 'Giuditta aquileiese' intenta ad uccidere Attila nella vibrante opera verdiana intitolata al 'Flagellum Dei': un simbolo civico che, dunque, raccoglie grandi tradizioni del 'Caput Adriae' e della difesa della sua civiltà" ha concluso Travain, sottolineando in particolare il tratto identitario civile dell'immagine celebrata dall'inno vivaldiano scritto tre secoli fa. "Salve invicta Juditha formosa / Patriae splendor spes nostrae salutis. / Summae norma tu vere virtutis / Eris semper in mundo gloriosa. // Debellato sic barbaro Trace / Triumphatrix sit Maris Regina. / Et placata sic ira divina / Adria vivat, et regnet in pace...". Hanno condiviso l'iniziativa del Fogolâr Civic anche il Club per l'Unesco di Udine, la Federazione provinciale udinese dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare nonché il Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl" che ha tenuto a sottolineare la presenza di memorie friulane nella città-fortezza greca di Corfù a partire certamente dal Bastione Savorgnan.

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