Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una nostra lettrice, che ci racconta di una situazione kafkiana, che l'ha coinvolta i giorni scorsi. 

«Martedì scorso ero con la mia Punto in via Quarto, e stavo andando verso via Mentana. Arrivata all’incrocio l’automobile si è spenta e non è più ripartita. A quel punto, non sapendo cosa fare, sono scesa dal veicolo per cercare qualcuno che mi aiutasse a spostarla. In quel frangente - erano più o meno le 10 del mattino - passava una volante della Polizia. I poliziotti si sono fermati, mi hanno chiesto se avessi bisogno di una  mano e - in maniera molto gentile - mi hanno spostato la vettura. Non essendoci posto tra i parcheggi liberi l’hanno posizionata sulle strisce della fermata del bus che si trova lì vicino. Ovviamente ero conscia del fatto che fosse proibito, ma i poliziotti mi hanno tranquillizzata suggerendomi di esporre sul parabrezza un cartello con la scritta “guasto”. Così ho fatto immediatamente, avvertendo mio marito della cosa. Da lì a poco più di 10 minuti è arrivato sul posto per risolvere il problema, mentre io ho ripreso la via di casa a piedi, e ha trovato sul parbrezza la “sorpresa” di una multa da 28,70 euro. A quel punto, dopo aver spostato il veicolo, è andato dai Vigili urbani per chiarire la questione. All’ufficio rapporti col pubblico - dove sono stati tanto cortesi quanto i poliziotti - gli hanno fatto presente che in casi del genere è bene esporre un cartello che indica la scritta “guasto”, proprio come avevamo effettivamente fatto. Le rimostranze sono servite a poco però, e la multa - sommata alla delusione - è rimasta.

La multa