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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Tolmezzo

Illegio: svelati 5 capolavori che saranno esposti alla mostra "Padri e figli"

Una sessantina le opere che saranno ospitate dal 13 maggio al 7 ottobre 2018. Fra queste opere di Matthias Stomer, Pompeo Girolamo Batoni, Alfred Guillou, Vassily Vereschagin e una splendida riproduzione del Laocoonte di Agesandro, Polidoro e Atenodoro

Sarà una mostra di capolavori, intuizioni, emozioni, simboli, di quelle che si percorrono per ritrovarsi, non per distrarsi. A un mese dalla sua inaugurazione, annunciata per domenica 13 maggio 2018, la prossima mostra di Illegio, «Padri e figli», è nei giorni del suo allestimento e dischiude una porta per lasciarci intravvedere qualche anticipazione sui colpi di scena d’arte, pieni di forza spirituale. Il piccolo e delizioso borgo alpino in queste settimane è un cantiere di bellezza. Sono 60 le opere che quest’anno, fino al 7 ottobre, sarà possibile ammirare ad Illegio: opere come sempre magnifiche, rare, internazionali, che musicano un affascinante racconto sinfonico su melodie dal IV secolo a.C. fino al XX secolo della nostra era in cerca di padri. All’avvicinarsi di questa quattordicesima edizione illegiana della proposta culturale voluta dall’associazione “Comitato di San Floriano” – quasi 400mila persone in questi anni ne sono rimasti avvinti –, il curatore della mostra, don Alessio Geretti, raccoglie il cuore del messaggio e dei pregi di «Padri e figli» annunciando in anteprima cinque opere scelte simbolicamente tra tutte quelle che stanno raggiungendo la Carnia da 46 sedi di 8 paesi diversi d’Europa.

"Padri e figli" a Illegio, mostra aperta dal 13 maggio al 7 ottobre

 «Non si comprenderebbe nulla della civiltà e dell’arte d’Occidente, né si coglierebbe granché del senso della nostra vita, se ignorassimo le più importanti pagine scritte con genio e lacrime alle radici di questa civiltà, cioè quelle della mitologia e letteratura classica e quelle dell’Antico e Nuovo Testamento», spiega don Alessio; «il nesso tra quelle pagine antiche e la condizione umana reale di ogni tempo, la loro capacità di descriverla e di trasformarla, è il patrimonio che l’Occidente ha la missione di trasmettere al mondo intero. Perciò scelgo cinque opere per anticipare il pensiero e il brivido che questa mostra di Illegio donerà: una dei tre antichi maestri Agesandro, Polidoro e Atenodoro; una dell’olandese Matthias Stomer; una di Pompeo Girolamo Batoni; la quarta del francese Alfred Guillou; l’ultima del russo Vassily Vereschagin». «La mitologia e la letteratura classica saranno presenti con molte opere in mostra, ma tra tutte spicca un capolavoro drammatico noto al mondo intero: il Laocoonte. Frutto di tre maestri provenienti da Rodi, ammirata a Roma nel palazzo dell’imperatore Tito, ritrovata nel 1506 e divenuta il punto di partenza di quelli che oggi chiamiamo Musei Vaticani, il gruppo scultoreo del Laocoonte è stato molto studiato e imitato e i Musei Vaticani stessi ne custodivano un’antica replica, perfetta e ancora tutta da indagare, che a Illegio proviene dalla sua attuale sede del Museo de Reproducciones Artìsticas de Bilbao. La percezione del legame tra la vita e la morte del padre, il sacerdote Laocoonte, e il destino dei suoi figli trapasserà l’anima dei visitatori della mostra, che potranno per la prima volta sfiorare da vicino i volumi impressionanti di una delle sculture più famose e più incantevoli della storia».

«Tra i figli e i padri dell’Antico Testamento ha una dolcezza straordinaria il tocco di Tobiolo che guarisce gli occhi ciechi del suo vecchio padre, in una grande tela accesa dall’avvolgimento rosso fiammante dell’abito del vecchio, in contrappunto con il blu di seta che scivola sull’arcangelo amico del giovane, nel dipinto del 1640, dalla Fondazione Longhi di Firenze, a firma dell’olandese Matthias Stomer, intensissimo interprete di Caravaggio con l’estro di chi eredita stoffe e colore di raffinata pittura fiamminga. Davanti a quel gesto si viene educati alla tenerezza che tanti figli sanno avere nel prendersi cura di un padre». «Voltando le pagine della Scrittura, fra i padri narrati dal Nuovo Testamento la mostra ci farà gioire con il padre misericordioso e piangere con il figliol prodigo, finalmente ricongiunti, nell’opera della Galleria Sabauda di Torino, dipinta nel 1765 circa da Pompeo Girolamo Batoni. Qui è il padre a prendersi cura di un figlio ritrovato e perdonato, segno di una dedizione all’altro che va molto oltre il semplice generarlo fisicamente». «Se con due ultimi tocchi dovessimo sigillare i messaggi della mostra – ve ne sono molti altri, che sveleremo alla vigilia dell’inaugurazione –, indicheremmo due opere che volgono lo sguardo alla vita di padri e figli forse senza nome ma che proprio per questo ci includono tutti. Così avverrà di sentirsi davanti allo struggente Adieu, di Alfred Guillou, tela ipnotica del 1892 proveniente dal Musée des Beaux Arts di Quimper, che rammenta lo strazio di un papà che ha perduto un indimenticabile figlio, come purtroppo è accaduto ad alcuni di noi o a qualcuno dei nostri più cari amici: eppure, sembra dire il quadro, nemmeno le peggiori tempeste della vita potranno mai portarci via il per sempre dell’amore più puro che scaturisce dal cuore umano. E così verremo sorpresi dal garbo di fanciullo del figlioletto di un anonimo carcerato, che va a trovare suo papà e gioca con lui, come racconta il dipinto del russo Vassily Vereschagin, del 1868, in arrivo dalla Galleria Tretyakov di Mosca: un toccante appello di carattere sociale, per scuotere coscienze chiamate a onorare tutti i padri e tutte le madri anche nelle più infauste e tristi condizioni di vita, per poterci dire figli davvero. Un messaggio di riconciliazione, che talvolta alcuni figli covano nel silenzio e forse riescono finalmente a trovare con il proprio padre nell’ultimo attimo, dopo una vita di rapporti faticosi».

La mostra «Padri e figli» di Illegio propone dunque la riscoperta di un legame fondamentale, dolce e tormentato, che ogni essere umano si porta dentro e che s’accompagna all’aspirazione di trovare una paternità più grande ancora di quelle che sulla terra siamo effettivamente capaci di vivere.Per la prima volta nella storia delle mostre di Illegio, molti visitatori e gruppi hanno già iniziato a prenotare centinaia di biglietti (mostra@illegio.it), segno della forte percezione di un’esposizione che lascerà interiormente il segno e, soprattutto negli ultimi mesi, del rischio di code che s’accompagnano a un sempre più grande successo. 

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