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Cronaca

Morto dopo un'operazione a Udine, la Procura dispone l'autopsia

Un 56 enne di Campoformido era deceduto lo scorso 4 novembre dopo un intervento in ospedale. I legali della famiglia: "Riteniamo che fosse stato preferibile optare per dei professionisti esterni"

Si è tenuta venerdì 18 novembre, in Procura a Udine, l'udienza per il conferimento dell'incarico dell'esame autoptico sulla salma di Eugenio Sottile, il 56enne di Campoformido deceduto il 4 novembre, due giorni dopo essersi sottoposto all'ospedale di Udine a quella che doveva essere un'operazione di routine, oltre che programmata: un intervento di ricostruzione della calotta cranica.

Lo Studio 3A, a cui si è rivolta la famiglia della vittima, ha presentato tramite il proprio servizio legale un esposto in Procura a Udine, chiedendo all'autorità giudiziaria di avviare gli opportuni accertamenti per verificare eventuali profili di responsabilità penale in capo ai medici che hanno preso in cura la vittima e alla struttura ospedaliera, e di disporre anche l'acquisizione delle cartelle cliniche e l'esame autoptico.

Richieste accolte dal Pm, che ha aperto un procedimento penale per omicidio colposo nei confronti di F. T., 38 anni, di Trivignano udinese, e di S. M., 50 anni, di Udine - rispettivamente, il neurochirurgo e l'anestesista dell'Azienda ospedaliera universitaria di Udine che hanno effettuato l'intervento, ed ha disposto l'esame autotpico sulla salma e la nomina di un collegio peritale costituito da un medico legale, un anestesista e un neurochirurgo.

Venerdì il Gip Franesco Florit, ha conferito l'incarico per verificare "quali siano state le cause del decesso del sign. Sottile e, in particolare, se esso sia riconducibile a errori diagnostici e/o terapeutici nella fase pre-operatoria e nell'esecuzione dell'intervento al quale è stato sottoposto in data 2.11.16": l'autopsia è stata disposta per lunedì 21 novembre presso l'obitorio dell'ospedale di Udine.

"La scelta per la Ctu - informano dallo Studio 3A - è caduta sul medico legale Lorenzo Desinan, ricercatore all'Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Scienze mediche sperimentali e cliniche, il quale a sua volta ha nominato quale proprio ausiliare il professor Fiorenzo Carta, docente di Neurochirurgia presso la stessa università: il dott. Desinan avrà 75 giorni di tempo per depositare la sua perizia, che sarà esaminata nell'udienza già fissata per il 28 febbraio 2017. Il Pm, dott.ssa Lucia Terzariol si è invece riservata un'eventuale nomina".

L'avvocato della difesa ha incaricato quale consulente di parte il dottor Carlo Moreschi, anche lui professore aggregato e responsabile della sezione di medicina legale del dipartimento di Scienze mediche e biologiche dell'Università di Udine, oltre a essere dirigente medico presso la direzione medica dell'azienda sanitaria universitaria integrata della città. Moreschi a sua volta ha nominato quali ausiliari altri due medici, i primari dei rispettivi reparti dove operano i due indagati: per il neurochirurgo, il dottor Miran Skrap, primario del reparto di Neurochirurgia di Udine; per l'anestesista, il primario del reparto di Anestesia e Rianimazione, dott. Amato De Monte.
Il servizio legale di Studio 3A ha infine nominato come consulente medico legale per la parte offesa il dottor Arcangelo Di Nino, con studio a Mestre: l'unico medico da “fuori Udine”.  "La scelta troppo “territoriale” del Gip, scrivono dallo Studio 3A, ha destato più di qualche perplessità da parte dei legali della famiglia di Sottile, che in udienza hanno richiesto di nominare un professionista esterno, ma l'istanza non è stata accolta".

“Lungi da noi mettere in dubbio la professionalità, la competenza e anche la stessa correttezza dei medici incaricati – spiega Ermes Trovò, il Presidente di Studio 3A, ma essendo gli indagati impiegati nella stessa struttura ospedaliera universitaria della città, per una questione di cautela e di trasparenza riteniamo che fosse stato preferibile optare per dei professionisti esterni. Noi abbiamo apprezzato la solerzia con cui la Procura di Udine ha aperto il procedimento, ma nello specifico ci saremmo aspettati una decisione diversa. Speriamo che questo nostro scrupolo, che riteniamo legittimo, venga smentito dai fatti e che la perizia sia assolutamente super partes: il nostro primo obiettivo è quello di dare risposte chiare ai nostri assistiti, che hanno il diritto di sapere la verità su quello che è successo al povero Eugenio in quella sala operatoria”.

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