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Cronaca Tolmezzo

In ospedale per un'operazione di routine, muore il giorno dopo: indaga la Procura

È successo il 29 maggio all’ospedale di Tolmezzo, la vittima si chiamava Bruna Pez e risiedeva a Majano. Il Pubblico Ministero dispone l’autopsia

Si ricovera per un intervento all’anca, il giorno dopo muore. Riscontrando l’esposto presentato dalla figlia Ornella, il Pubblico Ministero della Procura di Udine, dott. Luca Olivotto, ha aperto un procedimento penale, al momento contro ignoti, per il decesso di Bruna Pez, 71 anni, di Majano, avvenuto il 29 maggio 2021 all’ospedale di Tolmezzo.

L'indagine

Il Sostituto Procuratore ha altresì sequestrato e acquisto tutta la documentazione medico clinica relativa al ricovero e ha disposto l’esame autoptico per chiarire le cause della morte e accertare eventuali responsabilità da parte dei sanitari che hanno avuto in cura la vittima, scegliendo come proprio consulente tecnico il medico legale dott. Antonello Cirnelli: l’incarico sarà conferito, oggi, sabato 12 giugno, alle 10, negli uffici giudiziari di via Prefettura e l’autopsia sarà effettuata a seguire, alle 12, presso il nosocomio di Tolmezzo.

I fatti

Il 28 maggio la settantunenne è entrata appunto in ospedale a Tolmezzo, nel reparto di ortopedia, per sottoporsi a un’operazione programmata di revisione della protesi all’anca, più precisamente di “rimozione di chiodo PFN e posizionamento di arto-protesi totale di anca destra”. La figlia l’indomani, il 29 maggio, è riuscita a ottenere informazioni per telefono da un medico del reparto, che l’ha rassicurata riferendole che l’intervento era andato per il meglio e che avrebbero dimesso la mamma di lì a qualche giorno, tempo di effettuare alcune sedute di fisioterapia per recuperare la piena funzionalità dell’articolazione.

Poco dopo la figlia è stata contattata, sempre per telefono, direttamente dalla madre che si era piano piano svegliata e ripresa dall’anestesia: a quanto riferito, la donna lamentava forti dolori all’addome, nonostante i sanitari le somministrassero antidolorifici, facendo temere che fossero subentrate delle complicazioni. Timori che purtroppo sono diventati realtà di lì a breve, alle 19 di quello stesso 29 maggio, quando una dottoressa ha chiamato la figlia della signora invitandola a recarsi con urgenza all’ospedale di Tolmezzo: la paziente, oltre alle lancinanti algie addominali, infatti, era stata colpita anche da un arresto cardiocircolatorio, era stata rianimata e quindi intubata e trasferita in Terapia Intensiva. La figlia è accorsa in ospedale ed è riuscita a parlare con due medici e un anestesista che le hanno spiegato per sommi capi cos’era accaduto, prima che la madre morisse. 

La figlia della vittima, per fare piena luce sui fatti, attraverso ha presentato una denuncia-querela presso la stazione dei carabinieri di Udine chiedendo all’autorità giudiziaria di disporre il sequestro della salma per procedere ad un’autopsia in grado di dare risposte sulle cause del decesso e l’acquisizione delle cartelle cliniche e di tutta la documentazione medica. Esposto che ha portato all’apertura di un fascicolo e agli atti conseguenti.

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