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Martedì, 23 Aprile 2024
disordini e disagio / San Rocco / Piazzale Gio Batta Cella, 63

Un soccorso tardivo e tanta paura, così si è acceso il caos in piazzale Cella

Ieri sera, martedì 4 ottobre, sono intervenute diverse volanti della polizia per placare gli animi di una trentina di ragazzi minori stranieri, impauriti per le sorti di un coetaneo che si era sentito male

Decine di ragazzi in strada, con gli animi surriscaldati. Una vicenda dai contorni poco chiari ma che, di sicuro, è tutto fuori che "ordinaria". I fatti sono avvenuti ieri sera, martedì 4 ottobre, in piazzale Cella a Udine di fronte al civico 63: sul posto, dalle 21 in poi, prima due, poi fino a sei volanti della polizia e due ambulanze. Alcune persone presenti parlano di una rissa che ha coinvolto diverse persone: all'interno del condominio è ospitata una comunità di minori stranieri non accompagnati, gestita dalla cooperativa sociale Hanna House. Chiedendo alla polizia, ci riferiscono però solo di "controlli ordinari". Le segnalazioni sono continuate ad arrivare per tutta la sera. C'è chi ha visto un ragazzo disteso per terra, addirittura coperto da un lenzuolo bianco. «C’era una trentina o forse più di ragazzi sul marciapiede e anche un ragazzo per terra che, ad un certo punto, è stato spostato dove ci sono i tavolini del bar a fianco. Attorno al ragazzo si svolgevano di continuo litigi e contro litigi. È arrivato anche qualcuno che l’ha coperto con un lenzuolo bianco e ho temuto al peggio. Poi lo hanno scoperto e tirato su e giù diverse volte». A riferirci alcuni dettagli sulla vicenda l'ex consigliere di quartiere di Sant'Osvaldo Maurizio Arabella, che abita in zona. «Gli animi erano decisamente caldi. Quando sono arrivato in piazzale Cella ho trovato di fronte a me una trentina di ragazzi se non di più, con due volanti della polizia che poi sono diventate sei. Una quindicina di ragazzi era affacciata alle finestre, guardavano e parlavano a voce alta, anche loro con animo abbastanza surriscaldato. La polizia è riuscita a far entrare all’ingresso del condominio una decina di giovani e ha chiuso la porta: fuori sono rimasti gli altri. In alcuni momenti uno di loro si scaldava e si scagliava sugli altri, per poi essere calmato o da alcuni coetanei o dalla polizia». Per Arabella la situazione «non era affatto tranquilla» tanto che lo stesso riferisce che addirittura chi stava negli appartamenti, affacciato verso il marciapiede, era decisamente agitato. «Gridavano e parlavano ad alta voce anche di sopra ed era chiaro che c'era agitazione. Sotto, nel frattempo, continuavano ad urlare e uno dei ragazzi caricava, non so contro chi voleva scagliarsi: la cosa è andata avanti così per almeno mezz’ora». Arabella non è l'unico a riferirci di una situazione disagevole che si protrae da tempo, in zona. 

La testimonianza di un residente

Quel che è successo ieri sera non è probabilmente una rissa, quanto una ressa: da quel che si è appreso, uno dei ragazzi ospitati nella comunità si è sentito male (un testimone parla di un boccone andato storto) ed essendo stati chiamati i soccorsi – a detta di chi era sul posto – "con scarso tempismo", il gruppo dei ragazzi vedendo la situazione aggravarsi, si è agitato riversandosi in strada. «Ho visto l'ambulanza attraverso il portone d'ingresso al palazzo e poi ho sentito le urla dei ragazzi. Erano urla di disperazione, non di rabbia». Così ci racconta un residente nel condominio dove è ospitata anche la comunità. «Sul marciapiede c'erano molti ragazzi, una trentina direi, e anche alcuni operatori della comunità. Una signora che stava assistendo alla scena mi ha detto che avremmo dovuto chiamare la polizia, perché la situazione stava degenerando... le sue mani tremavano e così ho usato il mio telefono per avvertire le forze dell'ordine», continua il racconto. «Mi è parso di capire che un ragazzino stava soffocando e così è stato portato sull'ambulanza per essere soccorso, nel frattempo ce n'era un altro, senza maglietta e solo con pantaloncini e ciabatte, che piangeva disperato. Tirava calci e pugni a qualsiasi cosa, probabilmente si è fatto male perché ha colpito anche una bicicletta. Anche altri ragazzi urlavano, alcuni in direzione dell'edificio. Un altro chiedeva animatamente che i soccorsi si muovessero ad andare in ospedale e si è tranquillizzato solo quando gli è stato detto che in ambulanza si stavano già prendendo cura del suo amico». Dall'esterno, la scena è apparsa caotica e concitata. «La polizia è arrivata in pochi minuti e ha iniziato subito a calmare gli animi: al telefono gli abbiamo fatto sentire le urla di disperazione. Anche quando sono arrivati gli agenti, c'erano ancora tre o quattro ragazzi che urlavano disperati, piangevano e si faceva fatica a tenerli. Alcuni compagni cercavano di calmarli, persino spingendoli e tenendogli le braccia con forza. Un ragazzo si vedeva che dalla frustrazione aveva voglia di spaccare qualcosa e ho sentito un compagno che gli diceva "no i tavoli, no"», prosegue la testimonianza del residente. Lo stesso testimone ci racconta che, a suo dire, questi ragazzi non danno fastidio e non hanno mai creato disagi. «Loro ridono, scherzano e giocano a calcio dietro il palazzo, ascoltano musica con le cuffie. Spesso stanno davanti all'ingresso ma non disturbano e non hanno creato alcun tipo di danno, anzi. Qui il grande problema è con il porta a porta e i ragazzini, addirittura, vedendo passanti che gettano rifiuti nei nostri bidoni li sgridano. Ci era stato promesso dal sindaco che avrebbero messo i bidoni a settembre, siamo a ottobre e non si è visto nulla e continuiamo ad avere i bidoncini pieni delle bottiglie del bar e delle cose che buttano i passanti. Il vero problema non è del condominio, il degrado sta nell'inciviltà di chi vomita e urina sul marciapiede e nella questione delle immondizie».

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