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Cronaca Viale Venezia

Rotatoria di viale Venezia: per il Comitato c'è un decreto ministeriale che la vieta

Per il Dm del 2006 non è consentito realizzare rotonde su strade che incrociano vie comunali di categoria F come dovrebbe essere via Ternova, che si incrocia con viale Venezia

Una nota del Comitato a difesa degli alberi di viale Venezia dichiara che il Ministero delle infrastrutture conferma la linea del Comitato, ovvero che non sono permesse rotonde sulla base del DM 2006. Secondo il Comitato, "non è consentito realizzare rotonde su strade che incrociano vie comunali categoria F: via Ternova, come le altre vie interessate dalle future rotonde, sono comunali". Il Comitato di cittadini chiede dunque i danni al Comune anche per gli alberi inutilmente sacrificati.

Il decreto

La rotonda non si può fare: l'intersezione a rotatoria fra viale Venezia e via Ternova viola il Decreto Ministeriale del 19 aprile 2006 sulle “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”. Il motivo è semplice e ruota attorno a via Ternova, classificata come “strada comunale”, categoria F: in un incrocio costituito da strada interquartiere (categoria D), come è classificata secondo il Comune, viale Venezia, e da una strada comunale di categoria F non è ammessa la realizzazione di nessuna rotatoria: “trattasi di intersezioni non consentite nella costruzione di nuove intersezioni” secondo le parole inviate dal Ministero in una mail certificata firmata dal Direttore generale per le strade e autostrade Antonio Parente.

I lavori

Alla luce di questo parere vincolante, il Comitato chiede che i lavori siano essere immediatamente bloccati e ovviamente anche quelli delle due future rotonde. Il Comitato ha inviato il nuovo documento ministeriale alla Procura chiedendo "l'intervento urgente e senza più alcun indugio per smantellare il cantiere e, conseguentemente il ripristino totale dello stato pregresso a spese dei responsabili anche politici".

I danni

"Si valuterà anche una class action per chiedere i danni all'amministrazione, anche per gli alberi inutilmente sacrificati", dice la nota. "Il Comune non potrebbe nemmeno adeguarsi, cambiando le classificazioni, con una sorta di sanatoria ex post, come scrive il Ministero quando evidenzia come la “progettazione non possa mai svilupparsi in difformità delle norme, anzi il progettista deve giustificare le scelte progettuali che devono essere sempre orientate al miglioramento del livello di sicurezza rispetto alla situazione esistente”. Elementi del tutto mancanti".
Il Comitato si chiede "come sia stato possibile dapprima progettare una rotatoria (avallata dalle Giunte precedente ed attuale) e poi avviare un cantiere di questa portata, con una rivoluzione peggiorativa in termini di sicurezza e viabilità, quando un decreto ministeriale imprescindibile impediva e impedisce rotatorie in determinate strade. Incompetenza amministrativa o superficialità politica? Chi ha sbagliato dovrà risarcire i cittadini beffati anche per gli alberi abbattuti".
 

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