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Cronaca

Medico udinese contro i virologi italiani in televisione: "in Fvg si sta in laboratorio"

"Sarebbe meglio che, invece di andare in tv, studiassero le varianti sul campo, come accade a Trieste presso l’area di ricerca, in collaborazione con i laboratori di Udine" sostiene il noto pneumologo Mario Canciani

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha fissato un obiettivo minimo di sequenziamento pari al 5 per cento dei casi rilevati ogni giorno con i test diagnostici. Secondo i dati pubblicati dal portale per la condivisione dei dati genomici (Gisaid), in Italia il sequenziamento delle varianti raggiunge appena lo 0,7 per cento tenendosi ben al di sotto della soglia stabilita dall’Ecdc.

La situazione in Friuli Venezia Giulia

In Friuli Venezia Giulia si viaggia in contro tendenza. "A Trieste, presso l’area di ricerca, in collaborazione con i laboratori di Udine, da circa un anno e mezzo, senza che nessuno lo sappia, sta venendo eseguito il sequenziamento delle note varianti del virus". spiega il noto pneumologo di Udine Mario Canciani

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"I virologi, anziché andare in televisione quasi ogni giorno, dovrebbero stare in laboratorio a fare ricerca sul Covid-19. Come tutti i virus, anche il Coronavirus, muta, creando le cosiddette varianti che tanto fanno paura. Studiando il suo sequenziamento è possibile individuare e capire queste mutazioni, aspetto fondamentale per la creazione del vaccino adeguato. Fare questo tipo di ricerca costa però tempo e fatica. Il virus cambia continuamente, come avviene per i comuni virus influenzali. Per questo sarà necessario un richiamo annuale contro il Covid19 che, in ogni caso, diverrà sempre meno pericoloso. In Friuli Venezia Giulia stanno venendo compiute ricerche interessantissime e molto utili. Così dovrebbe avvenire non solo nella nostra regione, ma in molti altri centri in Italia. Servirebbe concentrarsi sullo studio e la ricerca, piuttosto che sull’apparire in televisione un giorno sì e uno no", continua Canciani. 

La campagna vaccinale in pieno svolgimento potrebbe subire un duro contraccolpo e quindi influenzare negativamente la situazione epidemiologica se comparissero nuove varianti resistenti ai vaccini. Da qui il monito di effettuare il sequenziamento capillare degli esperti nel report settimanale sul monitoraggio Covid in Italia.

"Eppure, nonostante ciò, in Italia vengono sequenziati ancora pochi campioni derivati dai prelievi con tampone, quasi quindici volte in meno rispetto al Regno Unito, ad esempio. Così hanno scoperto la variante Alpha. - sostiene Canciani - La circolazione di varianti che possono avere una maggiore trasmissibilità o eludere parzialmente la risposta immunitaria, che ha portato ad un inatteso aumento dei casi in paesi europei con alta copertura vaccinale, richiede un ottimo tracciamento e sequenziamento dei casi. Il raggiungimento di una elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione rappresenta uno strumento indispensabile ai fini della prevenzione di ulteriori recrudescenze di episodi pandemici", conclude il medico udinese.

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