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Cronaca Palmanova

Ospedale: piace la specializzazione, ma il Comune scrive una lettera con perplessità e proposte

Martines: “Elementi positivi ma aspettiamo atti concreti e tempistiche. Venga riattivata la chirurgia d’urgenza, non solo la programmata. Dal Comune massima collaborazione”

È notizia dell’altro ieri la proposta di riorganizzazione delle funzioni dell’Ospedale di Palmanova, presentata dall’assessore regionale Riccardo Riccardi e dai vertici dell’Azienda Sanitaria al sindaco di Palmanova Francesco Martines, a due membri della giunta comunale e ad alcuni consiglieri comunali palmarini di opposizione.
 
È passato un anno dalla triste vicenda della chiusura del Punto Nascita per giungere ad un progetto di specializzazione dell’Ospedale, che ad ora reputo positivo, su cui ci possiamo confrontare e su cui il Comune da massima disponibilità al dialogo e alla collaborazione. In ogni caso rimango in attesa di atti concreti di programmazione regionale e conseguenti atti aziendali che mettano nero su bianco tempistica e caratteristiche della nuova operatività. L’accelezione sulla chiusura del punto nascita, senza un iniziale ragionamento complessivo, avrebbe evitato strappi dolorosi che ancora adesso influiscono sulla fiducia dei cittadini”, commenta il sindaco Martines.
 
Che aggiunge: “A breve invierò una lettera alla Regione e all’Azienda nella quale evidenzierò alcune perplessità e alcune proposte concrete, tenendo conto che, da quanto previsto in legge, manca, nella proposta, l’operatività di chirurgia mammaria. Prima di tutto chiederò di ripristinare gli interventi di chirurgia d’urgenza (per esempio, nel 2019 quelli orpopedici d’urgenza erano 152) e la conseguente degenza a Palmanova, servizio che sembra voler essere eliminato per dare totale spazio alla chirurgia programmata. Ricordo che sopprimere questo tipo d’interventi, toglie sicurezza a un territorio di 80.000 abitanti sul quale gravitano tredici case di riposo, riduce tempestività negli interventi e renderebbe, in futuro, il pronto soccorso solo un mero punto di prima osservazione, senza possibilità d’intervento alle spalle, come è successo già a Cividale e Gemona. Fra i presidi ospedalieri di base, come previsti dall’articolo 27 della legge 22/2019, Palmanova sarebbe, alle fine, l’unico stabilimento senza la chirurgia d’urgenza: Gorizia non ha il punto nascita ma mantiene la chirurgia d’urgenza. È la stessa legge, all’articolo 26, che consente di fare questo, se inserito negli atti di programmazione regionale e quindi negli atti aziendali. La proposta regionale di dare a Palmanova una vocazione prevalentemente legata alla chirurgia d’elezione è una cosa positiva, ma non si tolga l’urgenza chirurgica”.
 
E prosegue con i temi oggetto della lettera: “Altro punto di discussione sarà l’attività di pediatria e ostetricia-ginecologia nonché il percorso nascita ridotto, ad ora, ai minimi termini. Chiederemo di mantenere quattro dei sei posti letto di terapia intensiva allestiti per il modulo Covid-19, posti che gli altri nosocomi hanno e che noi chiediamo da tempo. Altro tema sarà quello degli investimenti. Nell’ultimo periodo Palmanova è stata trascurata: 300.000 euro di risorse destinate al Pronto Soccorso sono, ad esempio, ferme da anni così come gli investimenti in tecnologia. Se si vuole veramente specializzare l’attività protesica e la riabilitazione, sarà inoltre necessario intervenire sul completamento della piscina interna”.
 
E conclude: “C’è la sana intenzione di arrivare ad una scelta condivisa non solo tra Comune, Regione e ASUFC ma anche con tutte le comunità del territorio. Per questo ho chiesto all’assessore Riccardi e al direttore Braganti di presentare le proprie proposte in sede di Ambito sociale Agroaquileiese”.

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