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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Centro / Piazza della Libertà

Tutte le scuole di Udine scendono in piazza, tranne lo Stellini

Tra i 1500 manifestanti solo una cinquantina del liceo classico udinese, che si è dissociato dalla protesta

Partito da piazzale Cavedalis, il serpentone di studenti composto da circa 1500 ragazzi provenienti dalle scuole di Udine e provincia e qualcuno anche da Pordenone, ha riempito il centro storico udinese per protestare nei confronti del decreto ministeriale che porta, oltre a significativi cambiamenti nell'esame di stato, anche un taglio di 3,9 miliardi di euro alla formazione. 

La partecipazione

La richiesta alla Digos è stata fatta meno di un mese fa e, sia gli organizzatori che le forze dell'ordine si aspettavano che il numero degli studenti partecipanti non avrebbe superato qualche centinaio di presenze. Invece la risposta è stata superiore a ogni aspettativa. Sono stati infatti quasi 1500 gli studenti di Udine e provincia a scendere in piazza per far sentire la loro voce.

I grandi assenti

Presenti tutte le scuole cittadine ad eccezion fatta di una, il liceo classico "Stellini" che si è ufficialmente dissociato dalla protesta studentesca. David Galimi, uno degli organizzatori, studente di una quinta del liceo Marinelli ci ha raccontato il perché. «Il decreto cambia le regole dell'esame di maturità, in particolare lo svolgimento della seconda prova con accorpamento di due materie. Questo fatto colpisce più pesantemente i licei scientifici e altri istituti, più che il liceo classico, che quindi non ha ritenuto di dover aderire ufficialmente alla protesta. Durante la manifestazione, però, una ragazza dello Stellini ha parlato dissociandosi a sua volta dalla scelta del suo istituto, ammettendo alla fine che i cambiamenti, in particolar modo il taglio da quasi 4 miliardi di euro all'istruzione, colpirà tutti». Alla manifestazione, del liceo classico hanno comunque partecipato una cinquantina di studenti.

Lo svolgimento

«Abbiamo cercato di creare qualcosa di alternativo che unisse tutti - ha dichiarato Galimi - e l'importante è che tutti noi nel nostro piccolo abbiamo portato un contributo. L'ultima manifestazione che è stata fatta era in occasione della riforma Gelmini, circa dieci anni fa. nel frattempo è stato fatto di tutto alla scuola: sono state diminuite le ore latino, è stata introdotta l'alternanza scuola-lavoro con tutti i suoi pro e contro. Nessuno ha detto nulla e adesso si è creata l'occasione perfetta per unirci». Una protesta definita "costruttiva" perché ha affiancato al dissenso anche unione d'intenti e proposte.  

Non contro le istituzioni

«Non abbiamo voluto fare una protesta per far crollare un'istituzione, abbiamo addiritutra messo l'Inno d'Italia!». Per gli organizzatori, infatti, non si è trattato di andare contro per principio ad un'imposizione. «Questa è stata una protesta pacifica e apartitica contro un decreto del Governo, ma noi cerchiamo il dialogo, sapendo che è lì che si crea un punto di convergenza con le istituzioni che sono e restano la nostra ossatura di nostra paese».

Le motivazioni

Una manifestazione apartita e pacifica, che ha ricevuto i complimenti dalla polizia. «Questa per noi è una grande soddisfazione e confermiamo di aver avuto una grande sinegia con la Questura di Udine. Ognuno di noi ha fatto il suo e questo ci fa credere ancora di più - continua Galimi - che questa giornata non deve esere la conclusione di un percorso ma una rampa di lancio: spero che sia arrivato un segnale per cui nei prossimi anni altri studenti possano agganciarsi al nostro movimento per continuare a costruire una scuola più giusta. Molti hanno pensato che fosse una cosa solo per i maturandi, ma il primo motivo che ci ha fatti scendere in piazza è la volontà di cambiare le cose per il futuro».

L'esame di maturità

«Abbiamo saputo un mese fa che avremmo fatto un esame orale tramite l'estrazione di domande: dopo che è stato estratto un argomento, nel giro di pochi secondi lo studente deve elaborare un discorso multidiciplinare di mezz'ora, e tutto questo in nome della trasparenza. Noi abbiamo un'alternativa che non assuma le sembianze di un "Rischiatutto", perché per trasparenza è sufficiente che ci sia un professore esterno che non conosce studente. Per quanto riguarda la seconda prova, sappiamo che riguarda molto il liceo sceintifico che avrà un esame di matematica e fisica insieme, con i programmi dalla prima alla quinta liceo. Quello che chiediamo è, visto che alcune formule di fisica non le studiamo dal 2014, di avere almeno la possibilità di consultare un formulario. Infine rimane la perplessità rispetto all'inserimento di una materia non curricolare nel programma di esame, ovvero "Educazione alla cittadinanza e alla Costituzione", che è importantissima ma in che orario viene inserita se di storia, ad esempio, ci sono solo 3 ore?»

I professori

Presenti al corteo anche diversi insegnanti tanto che lo stesso Galimi ha dichiarato «sono dalla nostra parte, oggi più che mai, e in tanti ci hanno detto che se una cosa così fosse successa vent'anni fa ci sarebbe stata anche un'occupazione». Non una presa di posizione concorde, però. «Ci sono però anche quei professori che hanno minacciato i propri studenti rispetto alla manifestazione, sappiamo infatti di un dirigente che ha minacciato di espulsione un suo studente se avesse divulgato volantini all'interno dell'istituto»

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