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Cronaca Centro / Piazza I Maggio

Caso "Stellini", la scuola si dissocia ancora dallo sciopero ma gli studenti in piazza sono duecento

Nonostante la dirigenza non abbia voluto aderire alla manifestazione per il clima, sono stati molti gli stelliniani ad autogestirsi per partecipare al corteo

«È stato fantastico, anche perché ce la siamo sudata!». È così che esordiscono alcuni studenti del liceo classico Stellini che intercettiamo nella bolgia di piazza della Libertà, durante la manifestazione per il clima che si è svolta questa mattina a Udine. «Abbiamo avuto l'istituzione scolastica contro fin dall'inizio, la dirigenza ha dichiarato che lo Stellini non avrebbe partecipato come istituto e quindi noi studenti abbiamo fatto il giro di tutte le classi dicendo che se qualcuno aveva bisogno di informazioni poteva venire da noi... insomma, ci siamo esposti in prima persona». Dopo che era emerso che l'unico istituto a dissociarsi ufficialmente dallo sciopero contro la riforma dell'esame di matura dello scorso 22 febbraio era stato proprio il liceo classico cittadino, gli stessi stelliniani hanno avuto un moto d'orgoglio e si sono mobilitati. «È veramente un orgoglio per noi, perché la nostra mobilitazione interna è riuscita benissimo: non pensavamo ci sarebbe stata tanta gente, invece del nostro istituto alla fine eravamo più di 200, tra cui anche alcuni professori». Le indicazioni della dirigenza erano però state chiare, nessuno sciopero a nome della scuola ma solo a titolo personale. E così molti professori non hanno mai accennato ai loro studenti della mobilitazione di oggi, mentre altri ne hanno parlato. «Qualcuno - ci raccontano - ha invece piazzato un compito in classe proprio oggi quasi minacciandoci!». L'entusiasmo tra i partecipanti alla manifestazione è però rimasto alle stelle, nonostante le difficoltà. «Se ci saranno delle ripercussioni sarà giusto così - concludono gli stelliniani scesi in piazza - perché noi abbiamo esercitato il nostro libero arbitrio e ne accettiamo le conseguenze, anche perché sappiamo di poter recuperare il programma scolastico di oggi, ma sappiamo anche che scendendo in piazza abbiamo fatto un pezzo di storia insieme al resto del mondo».

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