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Previsti 52 licenziamenti su 100 dipendenti all'Aquileia Capital services, ex ramo d'azienda della Hypo Bank

Venerdì scorso, 10 marzo, è stata aperta la procedura di licenziamento collettivo che prevede il licenziamento di 52 dipendenti sui 100 impiegati a Tavagnacco

Venerdì scorso, 10 marzo, è stata aperta nella Aquileia Capital Services S.r.l., ex ramo d’azienda di Hypo Bank, la procedura di licenziamento collettivo che prevede il licenziamento di 52 dipendenti sui 100 impiegati a Tavagnacco. Le altre due sedi dell'azienda, a Roma e a Milano, non pare verranno toccate da questa procedura. Sono quindi state convocate le rappresentanze sindacali dalla Direzione generale dell'azienda per discutere della procedura. "Con nostro notevole sconcerto, abbiamo ricevuto la comunicazione dell’apertura di una procedura di riorganizzazione con tensioni occupazionali, solo relativa alla sede di Tavagnacco, e che prevede l’esubero di ben 52 sui 100 lavoratori totali. È prevista la completa chiusura di interi uffici che la Società intende esternalizzare a terzi. Denunciamo l’ennesimo caso di accanimento sui lavoratori del Friuli Venezia Giulia, e pertanto abbiamo subito coinvolto le organizzazioni sindacali a tutti i livelli. Garantiremo il massimo impegno nostro e delle sigle sindacali che vi rappresentano per la tutela dei diritti di ciascuno di voi, in tutte le sedi  competenti", dichiarano i rappresentanti sindacali aziendali di Aquileia Capital Services, tra cui Fabi, First Cisl e Fisac Cgil.

La vicenda

Hypo Bank ha conferito anni fa un suo ramo d'azienda a una società esterna che ha continuato a lavorare indipendentemente, sempre sotto la direzione austriaca, fino al 2017. In quell'anno l'azienda acquisita da un fondo americano, con cui sono stati acquisiti altri crediti da gestire (tra cui Monte dei Paschi di Siena, per citarne uno). Nel 2019 si è interrotta l'acquisizione con tutti i crediti acquisiti da gestire. "Ma la gestione è continuata anche durante il periodo covid", ci racconta Marco Sbisà, rappresentante sindacale di First Cisl. "Ma come un fulmine a ciel sereno, per quanto il lavoro si sia leggermente contratto, è arrivata la convocazione ai sindacati e si è aperta la procedura per 52 dipendenti con chiusura parziale di alcuni uffici e quella integrale di altri, con l'obiettivo di esternalizzare alcune attività di back office, dall'ufficio tecnico all'ufficio legale, per esempio", continua Sbisà.

Nei prossimi giorni inizierà il confronto dell'azienda con i sindacati. "Abbiamo riscontrato anomalie importanti, ad esempio con costi di gestioni altissime delle altre sedi che però non verranno toccate. Tutto questo ci fa pensare che la volontà dell'azienda sia quella di chiudere Tavagnacco e uscire dal Friuli". "Le organizzazioni sindacali sono fortemente preoccupate da questo e muoveranno mari e monti. Questa azienda dà lavoro a tanti dipendenti che hanno una forte specializzazione finanziaria, sarebbe gravissimo chiuderla", conclude Sbisà.

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