rotate-mobile
Cronaca Centro / Viale Giacomo Leopardi

«La politica securitaria non paga, serve il riconoscimento delle diversità culturali»

Inviata una lettera aperta al sindaco di Udine Pietro Fontanini delle associazioni che operano in Borgo Stazione

Il quartiere di Borgo Stazione, da sempre al centro della cronaca cittadina, rappresenta per alcuni cittadini, per l’amministrazione comunale e per il sindaco Pietro Fontanini fonte di preoccupazione soprattutto sul versante della pubblica sicurezza. Gli interventi posti in essere in questi anni hanno soprattutto riguardato lo schieramento e il potenziamento della presenza della forza pubblica, dei vigilantes privati per arrivare all’apertura del posto di polizia comunale in via Leopardi. Per alcuni residenti e operatori della zona tutto ciò, però, non è sufficiente.

Una lettera è stata inviata al primo cittadino a questo riguardo. «Quanti di questi operatori della sicurezza conoscono altre lingue per comunicare con i molti stranieri che vivono e soggiornano nel quartiere? Quanti di questi operatori sono formati nell’ambito della comunicazione interculturale?», si chiedono i firmatari della lettera, rappresentanti di diverse realtà del quartiere. 

«Non mancano poi le telecamere, il taglio di piante, le panchine, la dotazione di nuovi strumenti di persuasione: spray peperoncino, cani antidroga, taser, tutto legittimo e rivolto a garantire la sicurezza dei cittadini», continuano i rappresentanti delle associazioni. «Il problema è che questa politica securitaria non paga più di tanto perché la gestione della convivenza civile di un quartiere multi etnico, presuppone un approccio diverso a partire dal riconoscimento e dalla valorizzazione delle diversità culturali, visto e considerato che il 34% della popolazione residente in questa porzione della città è di origine straniera, senza dimenticare che Borgo Stazione è un punto d’incontro per gli stranieri richiedenti asilo, migranti e persone che ogni giorno transitano e animano il quartiere».

Quindi quello che oggi manca nel quartiere, secondo questi cittadini, è «una politica di “coesione sociale” fondata sulla reciprocità, sul riconoscimento e sulla valorizzazione delle diversità culturali, presupposto per una convivenza civile basata anche sulla  responsabilità dei cittadini e delle istituzioni».

Il Sindaco Fontanini, ancora qualche mese fa, chiedeva  la collaborazione dei cittadini, delle associazioni, degli enti per restituire sicurezza e serenità ai cittadini del quartiere. Noi associazioni firmatarie di questa lettera aperta siamo disponibili per un confronto con il Sindaco con l’obiettivo di sviluppare un percorso di rigenerazione sociale, culturale, urbana che superi la logica delle politiche securitarie. La lettera è stata inviata due settimane fa e siamo in attesa di risposte.

Le associazioni firmatarie: Time For Africa, Liberi Educatori, Invasioni Creative, Witnes Journal, Constraint Mag, Aspic, Centro Misericordia e Solidarietà, Biblioteca dell’Africa, Mediatori di comunità Acli, Latini di tutto il mondo, Anteas,  Refugees Welcome, Aseda.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«La politica securitaria non paga, serve il riconoscimento delle diversità culturali»

UdineToday è in caricamento