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Cronaca

Le professioni sanitarie chiedono un confronto sulle stabilizzazioni nel Ssr

Il Coordinamento Regionale delle Associazioni delle Professioni Sanitarie apprezza le aperture dell’Assessore Riccardi. Sirotti:”Coinvolgere tutto il personale”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

“Le aperture giunte da parte dell’assessore alla Salute Riccardo Riccardi sulle stabilizzazioni non possono che essere apprezzate, ma occorre tener conto di tutto il personale del Sistema sanitario regionale”. Lo afferma il Co.Re.APS (Coordinamento Regionale delle Associazioni delle Professioni Sanitarie, che rappresenta in Friuli Venezia Giulia 13 Associazioni dei lavoratori della sanità, pari a oltre il 70 per cento dei professionisti del settore), riguardo le recenti dichiarazioni dell’assessore Riccardi, che, a margine di una riunione avuta a Udine con i commissari e i direttori delle Aziende Sanitarie, aveva annunciato uno stanziamento di 31 milioni per le Risorse Aggiuntive Regionali a beneficio del personale. L’assessore alla salute aveva espresso “la precisa volontà di ridurre il precariato attraverso un piano di stabilizzazioni e l'intenzione di riconoscere le posizioni che attualmente risultano pendenti”, con l’assunzione di oltre 700 nuove risorse per il sistema sanitario regionale (stabilizzazione di 88 OSS e un nuovo concorso per 545 infermieri). “La stabilizzazione - ha detto il presidente Co.Re.APS Giorgio Sirotti - naturalmente non può che riguardare l'insieme del personale del SSR, a cominciare dal numero rilevante di operatori attualmente assunti con contratti a tempo determinato in sostituzione dei numerosi pensionamenti degli ultimi anni. Solo così – ha aggiunto - si riuscirà a mantenere i livelli essenziali di assistenza che la manovra sul personale ha messo pesantemente in discussione”. Il Co.Re.APS invita a considerare anche i recenti cambiamenti della legge sulla previdenza, che con la quota 100 favoriranno nuove uscite per pensionamento, facendo emergere ancora più drammaticamente l’insufficienza delle risorse umane per il Ssn. Una situazione che da una parte richiede nuove risorse, e dall’altra un potenziamento della formazione, la soluzione dei vincoli alle assunzioni e una corretta valutazione dei fabbisogni, con il coinvolgimento degli Ordini professionali. Anche per questo, conclude l’organizzazione delle professioni sanitarie, è necessario un confronto fra l’amministrazione regionale e le professioni, analogamente a quanto già avvenuto fra la Federazione nazionale dell’Ordine dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, per giungere a una risoluzione condivisa dei problemi.

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