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Cronaca Centro / Viale Trieste

Latte "tossico" in tutta Italia: in carcere il presidente di Cospalat

Secondo le accuse della Procura di Udine il consorzio avrebbe distribuito in tutta la penisola grossi quantitativi di latte con un tasso fuori norma di aflatossine, un fungo tra i più cancerogeni. Sette persone agli arresti domiciliari

Ingenti quantitativi di latte con un tasso fuori norma di aflatossine, un tipo di fungo altamente tossico che viene ritenuto una delle sostanze più cancerogene esistenti, che sarebbero stati distribuiti da Cospalat Fvg dal Nord al Sud Italia.

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Pur avendo rilevato il livello elevato di questa sostanza, il consorzio non avrebbe fatto nulla per bloccarne la commercializzazione. Anzi, in alcuni casi le analisi sarebbero state contraffate e il latte “diluito”, in modo da eludere eventuali controlli. Una serie di illeciti che stamattina ha portato alla fase finale dell’operazione condotta dai carabinieri del Nas di Udine e coordinata dalla procura del capoluogo friulano. A riportarlo è l'edizione on line de  Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia.

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Le ipotesi di reato sono quelle di frode in commercio, adulterazione di alimenti e commercio di sostanze nocive. Una ventina le persone indagate e otto le misure cautelari eseguite su disposizione del gip. In carcere il presidente di Cospalat, Renato Zampa, le altre quattro persone sono invece state ristrette agli arresti domiciliari. Tra queste anche la segretaria Stefania Botto, il capo dei trasportatori di Cospalat, Dragan Stepanovich, e la biologa Graziella Mainardis, titolare del laboratorio di analisi Microlab di Amaro. Le partite di latte fuorilegge non avrebbero raggiunto solamente i principali mercati del Nord Italia, ma anche alcuni caseifici conniventi del Sud Italia. Sono in tutto 86 le perquisizioni locali e personali eseguite nelle provincie di Udine, Pordenone, Gorizia, Treviso, Padova, Vicenza, Arezzo, Perugia, Napoli, Bari e Brindisi con l’impiego di circa 300 carabinieri del Nas e delle stazioni dell’Arma. Le aflatossine si sarebbero sviluppate sul mangime con cui è stata nutrita una parte delle mucche da latte che riforniscono Cospalat.

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