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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Inps: sedi chiuse per protesta, troppi i tagli richiesti

L'Unione sindacale di base fa sapere che i computer sono spenti per un giorno. Aperti solo gli sportelli. "Il Governo ci chiede tagli per 532 milioni di euro, ovvero il 50 per cento delle spese. A rischio la previdenza degli italiani"

Sportelli chiusi all'Inps, per protesta. "Oggi abbiamo deciso di tenere spente le apparecchiature informatiche della sede - fa sapere l'Usb - per l’intera giornata lavorativa, ad eccezione di quelle che servono a svolgere il servizio d’informazione agli sportelli. E’ una protesta forte, che si è resa necessaria perché è in atto un vero e proprio tentativo di messa in liquidazione dell’Inps. Molti servizi e attività che prima venivano gestiti dai nostri uffici oggi sono possibili solo in via telematica e molti di voi sono costretti a rivolgersi a patronati, caaf, commercialisti, non di rado con un costo diretto, mentre in precedenza tali servizi e attività erano gratuiti.

Oltre a questo, con diverse disposizioni di legge si è arrivati a chiedere all’Inps 532 milioni di euro all’anno di risparmi, che equivalgono al 50% delle spese di funzionamento. E’ come se all’improvviso vi dicessero che dovete gestire la vostra quotidianità con la metà delle somme che avete disponibili. Per raggiungere questi risparmi, che noi chiamiamo tagli e che stanno mettendo in difficoltà il funzionamento dell’ente, il Ministero dell’Economia vuole imporre all’Inps la decurtazione di 300 euro mensili dalla retribuzione di ciascun dipendente, rifiutando il piano economico presentato dall’ente di previdenza. Insomma, non si accontentano nemmeno dei 532 milioni di euro all’anno, vogliono per forza che una parte sia presa dagli stipendi dei dipendenti.

La nostra protesta si propone di contrastare lo smantellamento della previdenza sociale pubblica, restituire valore alle pensioni e al ruolo dell’Inps, difendere le nostre retribuzioni. Dobbiamo stringere tra noi una forte alleanza, perché comune è l’interesse a bloccare questo criminoso attacco allo Stato sociale in nome dei grandi poteri finanziari internazionali".

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