rotate-mobile
Cronaca

Mobilitazione per salvare Liubomyr Bogoslavets, il fisarmonicista che addolciva Udine con le sue note

Sono state lanciate tre iniziative dopo la notizia della chiusura del musicista ucraino all'interno del Cpr, Centro per rimpatri

Sono tre le iniziative nate in poche ore per esprimere solidarietà a Liubomyr Bogoslavets e, contestualmente, chiedere la chiusura di tutti i Cpr.

La prima è una petizione online. Qui il testo:

Per molti è "il musicista che addormentava Udine" in periodo di Lockdown, per altri è semplicemente il fisarmonicista di Piazza Matteotti, "il musicista di strada arrivato in Friuli dall’Ucraina, molto noto a Udine", apprezzato "per le sue performance, diventato ormai parte integrante della comunità".

Lui è Liubomyr Bogoslavets, 59 anni, ucraino.
Liubomyr Bogoslavets da venerdì sera è rinchiuso al CPR di Gradisca.
Liubomyr imprigionato in un luogo dove le persone muoiono in condizioni “da accertare” e tentano il suicidio con una frequenza disumana.
Liubomyr che non rappresenta una pericolosità sociale.
Liubomyr senza gravi precedenti penali.

Da qualche mese cercavamo di aiutare Liubomyr nelle sue pratiche per permanere legalmente in Italia: giungere in Italia e capire come destreggiarsi fra i diversi uffici non è facile in condizioni normali...figuratevi in un periodo di pandemia e post pandemia (con sportelli per lo più chiusi o con accesso limitato).

E così, in questo peregrinare mentre cercava informazioni per depositare richiesta d'asilo gli è giunto un foglio di via…
Liubomyr da venerdì è rinchiuso al Centro per Rimpatri assieme a quasi un centinaio di altre persone.
Nessun evidente profilo di gravità.
Nessuna situazione di pericolo rispetto all'ordine pubblico.
Nessuna pericolosità sociale.
(Ammesso che in un Paese democratico questi possano essere considerati motivi sufficienti per essere rinchiusi in una struttura simile).

Liubomyr è l'ennesimo esempio (per fortuna almeno lui) vivente che il sistema CPR non funziona e fallisce quotidianamente.
Liubomyr è l'ennesimo esempio vivente che il CPR non ha niente a che fare con la sicurezza. 

Con questa petizione on line si intende:
- esprimere sostengo e vicinanza a Liubomyr Bogoslavets rinchiuso insieme a quasi un centinaio di altre persone all'interno del Centro Rimpatri di Gradisca;
- chiedere la modifica immediata della Legge sui CPR (decreto Minniti-Orlando 13/2017, poi Legge 46/2017) affinché tutte le strutture simili presenti sul territorio italiano vengano totalmente dismesse e chiuse.


(*) CHE COS'E' IL CENTRO PER RIMPATRI (CPR)?
Ufficialmente, il CPR è un luogo di detenzione amministrativa in cui sono costrette in stato di reclusione persone non comunitarie che vengono ritrovate prive di documenti regolari di soggiorno oppure già destinatarie di un provvedimento di espulsione, in quanto prive di permesso di soggiorno, perché scaduto o perso. Spesso le persone diventano irregolari perché scade il visto turistico o di studio, perché perdendo il lavoro perdono anche il permesso di soggiorno o perché si sono viste rigettare la richiesta di asilo politico.

I CPR, come già i CIE e i CPT, servono per rafforzare il mantenimento di tutta la comunità di non cittadine/i in una condizione di inferiorità legale, terrore, ricattabilità e sfruttabilità, con un duplice risultato: da un lato impedire qualsiasi tipo di rivendicazione da parte di chi potrebbe potenzialmente essere rinchiusa/o; dall’altro, potenziare una segregazione razziale nelle leggi, con conseguenze sull’immaginario collettivo. I CPR si configurano infatti come un non-luogo dove alcune persone possono essere private della libertà senza che abbiano commesso alcun tipo di reato penale (contrariamente all’ordinamento costituzionale italiano) a causa principalmente del loro luogo di nascita.

I CPR creano una zona grigia in cui trovano spazio arbitrarietà, abusi e violenze di tutti i tipi, come ampiamente testimoniato nel corso degli anni da chi ci è passato/a e da chi si è opposto/a alla loro esistenza.

La seconda iniziativa è la registrazione di un video in cui manifestare il proprio dissenso con un nastro adesivo bianco sulla bocca con la scritta *“No CPR!”* mentre si suona uno “strumento muto”, ripostando sui social il video con l’hashtag #LiubomyrBogoslavetsLibero #NoCpr.

La terza iniziativa è un flashmob musicale sabato 19, ore 17:00 in P.zza Matteotti

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mobilitazione per salvare Liubomyr Bogoslavets, il fisarmonicista che addolciva Udine con le sue note

UdineToday è in caricamento