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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Bufera sulle mense scolastiche: indagini e perquisizioni anche in Comune a Udine

I Carabinieri del Nas di Udine hanno messo agli arresti domiciliari quattro persone. Tra gli indagati persone che operano per l'azienda di catering, un amministratore pubblico, un funzionario e un libero professionista

Bufera sul mondo della ristorazione scolastica friulana: dopo le numerose segnalazioni pervenute quest'anno da parte dei genitori di diverse scuole cittadine, i Carabinieri del NAS di Udine hanno messo agli arresti domiciliari quattro persone, messo obbligo di dimora nel Comune di residenza una quinta e perquisendo le sedi di una "società di catering operante a livello nazionale, con sede legale a Roma ed operativa a Napoli". La bufera si abbatte anche sul Comune di Udine, visto che la perquisizione riguarda anche gli uffici dello stesso e un libero professionista che collabora con l'ente stesso.

I Nas

Dalle prime ore della mattinata di oggi, giovedì 15 luglio, nelle province di Udine, Treviso, Venezia, Verona, Roma, Napoli e Bari, i Carabinieri del NAS di Udine, coadiuvati da militari dei NAS e dei Comandi Provinciali territorialmente competenti, al termine di una prima fase delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Udine, stanno procedendo all’esecuzione di un’ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Udine di applicazione della misura cautelare agli arresti domiciliari a carico di quattro persone (E.P. di 73 anni di Napoli; V.M. di 57 anni di Volla (Na); C.A. di 33 anni di Sant’Antonio Abate (Na); B.K. di 45 anni di Oderzo) e dell’obbligo di dimora nel comune di residenza a carico di R.R. di anni 53 di Molfetta (Ba).

I Nas stanno procedendo anche alla perquisizione, in base a 22 decreti emessi nei confronti dei destinatari delle misure cautelari, nonché di ulteriori persone che a vario titolo collaborano con la società di catering operante a livello nazionale, con sede legale a Roma ed operativa a Napoli (società per la quale lavorano i destinatari delle misure cautelari), delle sedi di quest’ultima società e di altre che operano nel settore del commercio all’ingrosso di generi alimentari, nonché degli uffici del Comune di Udine e di un un libero professionista che collabora con l'ente.

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Il reato

Il quadro accusatorio contestato agli indagati, in concorso tra loro, riguarda il reato di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.), nella forma aggravata avendo come oggetto sostanze alimentari, commesso in danno dei Comuni di Udine, Varmo, Trivignano Udinese, Tarcento, Arta Terme, Rive d’Arcano, Vito d’Asio (Pn), Cimadolmo, San Polo di Piave e Motta di Livenza (Tv), i quali avevano tutti affidato in appalto i servizi di ristorazione scolastica e di fornitura di pasti a domicilio alla società interessata dalle indagini.

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L'indagine

Tra gli indagati figurano persone che operano per l'azienda, un amministratore pubblico, un funzionario pubblico e un libero professionista. La società per azioni è indagata anch’essa per la responsabilità civile dell’ente (art. 24 comma 1 D.Lgs. 231/2001). L’indagine ha preso l’avvio ad ottobre del 2020 a seguito di molteplici segnalazioni pervenute dalle Commissioni Mensa costituita da rappresentanti dei genitori di istituti scolastici di Udine e di Varmo (UD), riguardanti disservizi che gravavano sul servizio di ristorazione scolastica, riguardanti nello specifico la presenza di corpi estranei nei pasti, le scarse quantità delle porzioni, la non rispondenza dei pasti a quanto previsto dai menu, le temperature di trasporto dei pasti non idonee, i tempi di consegna non rispondenti a quanto contrattualmente previsto.

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L’attività investigativa, attraverso le numerose ispezioni svolte nei centri cottura di Ruda, Tarcento e Motta di Livenza (quindi in questi tre casi non si tratta di servizio mensa in istituti) nonché nelle mense delle scuole già menzionate in precedenza e l’analisi dei documenti di gara e delle forniture delle derrate alimentari, che ha visto l’importante contributo dato dal monitoraggio svolto dalle Commissioni Mensa dei genitori, ha consentito di suffragare in via oggettiva la continua e pressoché generalizzata violazione delle clausole di appalto relative ad aspetti essenziali dei servizi affidati alla società napoletana.

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