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Cospalat FVG nel mirino: le indagini partirono da una denuncia

L'inchiesta della Procura di Udine è partita nel maggio del 2012. All'origine la segnalazione di un autotrasportatore, che denunciò le pressioni ricevute per trasportare latte privo di certificazione

Avrebbero venduto consapevolmente latte pericoloso per la salute, con sostanze altamente cancerogene, adulterato per falsificare le analisi e poter realizzare formaggio Montasio DOP, eludendo il controllo qualità.

I Nas di Udine, dopo una lunga indagine coordinata dal Procuratore della Repubblica di Udine Antonio Biancardi e dal Sostituto, Marco Panzeri, hanno arrestato 5 persone, una in carcere e quattro ai domiciliari. Nell’ambito dell’operazione i circa 300 uomini dell'Arma hanno eseguito in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Toscana, Umbria, Campania e Puglia 86 perquisizioni locali e personali.

L'accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio, all’adulterazione di alimenti e al commercio di derrate nocive.  Le indagini sono partite più di un anno fa, nel maggio del 2012. All'origine la segnalazione di un autotrasportatore, che ha fatto notare alle forze dell'ordine come il consorzio Cospalat, nella figura del presidente Zampa, gli imponesse di trasportare latte non certificato.

CASO COSPALAT: LE DICHIARAZIONI DI RABBIA DEI CONSUMATORI

Si è sviluppata così l'inchiesta, che ha consentito di accertare come il presidente Zampa, due dipendenti e una consulente esterna ritirassero latte dagli imprenditori agricoli associati (di cui alcuni certificati per la produzione di formaggio «Montasio Dop» ), lo miscelassero e lo destinassero alla preparazione dell’alimento tutelato, violando così il codice disciplinare che garantisce al consumatore le caratteristiche chimico-fisiche e organolettiche del prodotto.

In più sembra che 17 allevatori (denunciati a piede libero) e i responsabili del consorzio, nonostante fossero a conoscenza della contaminazione da aflatossine -la sostanza cancerogena presente in diverse partite di latte-, le diluissero con prodotto non contaminato, rendendolo idoneo ai controlli analitici effettuati dagli acquirenti. Per fare questo si servivano di un laboratorio di analisi della provncia di Udine, il Microlab di Amaro (2 responsabili sono tra le persone tratte in arresto), che alterava i referti per rendere il latte commercializzabile.

E' stato inoltre accertato che due autisti impegnati nel trasporto delle partite di latte contraffatto sottraevano - a ogni consegna - alcuni quintali di latte ristabilendone - poi - il peso originario mediante l’aggiunta di acqua. Uno dei due indagati, colpito dalla misura cautelare degli arresti domiciliari, è tutt’ora ricercato.

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