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Giovedì, 25 Aprile 2024
fiamme per protesta

Protesta per essere messo in cella da solo: incendio in carcere a Udine

Un detenuto con fine pena 2034 ha dato fuoco ad alcuni oggetti nella sua cella all'interno del carcere di via Spalato a Udine

Ancora criticità nel carcere udinese di via Spalato. Questa volta, però, la protesta che ha causato il divampare di un piccolo incendio, è opera di un singolo detenuto, già ben noto alla polizia penitenziaria per le sue azioni.

L'episodio

«L'autore della protesta è noto, si tratta un detenuto che ha fine pena 2034. Era prima a Tolmezzo in alta sicurezza e poi è stato  declassificato, mandato a Milano Opera. Da qui sono iniziate le proteste, con continue richieste di tornare in Friuli, non solo da parte sua ma anche di tutta la famiglia», ci spiega il garante per i diritti delle persone detenute Franco Corleone, cercando di circoscrivere l'episodio accaduto ieri a Udine. Dopo il trasferimento a Milano del detenuto, si è disposto un avvicinamento per colloqui con la famiglia per due mesi. «Tutte le richieste che ha fatto sono state accolte e ora l'uomo è fisso a Udine», ammette Corleone. Ma il percorso fin qui è stato lungo e costellato di episodi: mentre era a Udine in attesa di tornare a Opera, infatti, l'uomo ha fatto di tutto. «Da episodi di autolesionismo a tentativi di suicidio: questa persona è ben conosciuta per i suoi disturbi della personalità, è difficile rapportarsi perché lui ha questa spinta a comportamenti che servono a mettersi in luce. Si pensava che avendo ottenuto di stare fisso a Udine le cose fossero a posto, invece...». L'ultima richiesta è quella di stare in cella da solo. «Ma non si può, dopo che ha tentato il suicidio. E così ieri ha incendiato un po' di cose, in maniera limitata. Il fumo ha fatto intossicare alcuni agenti, ma siamo davanti a un caso molto concentrato sulla persona», conferma il garante. 

La situazione

Negli ultimi mesi è stato fatto un grande lavoro intorno al carcere di Udine, da parte di associazioni e istituzioni, con il contributo del garante. «A gennaio iniziano i lavori e in capo a un anno avremo una via Spalato diversa. Spero che la direttrice sia sempre presente e che arrivino le due nuove educatrici», dichiara Corleone. Rimangono, come praticamente ovunque in Italia, problemi di sovraffollamento. «Si deve pensare meglio alle forme di detenzione domiciliare con il braccialetto elettronico, ad esempio. Comunque speriamo che si regga con la prospettiva di questo cambiamento strutturale, visto che sarà attivata una decina di stanze per attività culturali e formative, bisogna continuare a stringere i denti».

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