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Cronaca

“Il ricordo di Regeni 'condanna' lo Stato!”

A due anni e sette mesi dal scempio in Egitto del giovane ricercatore friulano, il movimento civico euroregionalista del Fogolâr Civic, da Udine, non cessa di puntare il dito contro le massime Istituzioni della Repubblica, “incapaci di alzare davvero la voce”. Il presidente prof. Travain: “Era molto più persuasiva, a livello internazionale, la 'nostra' repubblica di Venezia!”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

Un minuto di silenzio in apertura della riunione del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” di sabato 25 agosto 2018 a Udine ha rimarcato l'intento del sodalizio civista euroregionale di “non dimenticare l'orrendo scempio del giovane martire cosmopolita di Fiumicello in terra d'Egitto ma anche l'inettitudine conclamata delle Istituzioni dello Stato italiano di fronte alla necessità di alzare davvero la voce in faccia a un regime tirannico levantino che ha offeso reiteratamente e spudoratamente la memoria di Giulio Regeni nonché i sentimenti e l'intelligenza della sua gente, della sua terra, della parte migliore del suo Paese e della compagine internazionale cui si riferisce”. “Il ricordo di Regeni 'condanna' lo Stato. È monito civico verso Istituzioni la cui concreta inadeguatezza di fronte a casi come quello purtroppo tende a delegittimarle agli occhi del cittadino che da esse si aspetta tutela e riscatto. Il 25 di ogni mese scandisce i trigesimi dalla tragedia di quel probo nostro ricercatore friulano, spesosi per verità sociali e civili affacciate al 'Mare Nostrum' che l'Italia ufficiale, costituzionale repubblicana, e Paesi occidentali affini, non vogliono chiaramente vedere e sapere. Siamo arrivati a quota trentuno, a due anni e sette mesi 'di bant'” ha sottolineato il presidente, prof. Alberto Travain:“Una ricorrenza purtroppo – ed è ciò che più indispone – anche del sostanziale fallimento di uno Stato profusosi sinora nello stare al gioco dei novelli Faraoni d'Egitto mendicandone più o meno apertamente le grazie in campo politico ed economico. Quanto bisogno di Stato abbiamo: di Stato serio, coraggioso, degno del suo popolo e della sua gioventù migliori, non dei peggiori? Era molto più persuasiva a livello internazionale la 'nostra' repubblica di Venezia di quanto non sia quella italiana odierna!”

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